REGOLAMENTO IMBALLAGGI UE, CONFINDUSTRIA E PRO FOOD: RIPERCUSSIONI ENORMI

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Continua a far discutere il nuovo regolamento sugli imballaggi che, così come è uscito dal voto di martedì alla commissione Ambiente dell’Europarlamento, favorisce il riuso anziché il riciclo e vieta le confezioni in plastica monouso.

Confindustria, scrive Il Sole 24 Ore, ha espresso la speranza che le norme vengano modificate nella sessione plenaria e ha spiegato che oggi sarà in Spagna per cercare alleanze sul tema.

“L’industria italiana aveva fatto negli ultimi 10 anni ingenti investimenti per il riciclo”, ha rimarcato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, “siamo secondi al mondo per riciclo dei rifiuti industriali. Sono miliardi di investimenti all’anno che vengono cancellati con un tratto di penna. La cosa che mi preoccupa è che ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio”.

E Mauro Salini, presidente di Pro Food, aggiunge: “Su passaggi fondamentali come l’articolo 22 sulla messa al bando di intere categorie di imballaggi per ortofrutta e horeca, e il 26 su obblighi di riuso nella ristorazione collettiva veloce, il margine dei voti a favore è stato molto contenuto, con una maggioranza di appena 4 voti su 84 totali. Questo dimostra una forte spaccatura all’interno della stessa Commissione Ambiente”.

“Questa spaccatura”, aggiunge “è forse causata dai timori che stanno emergendo a proposito delle enormi ripercussioni che queste norme avrebbero sui sistemi di distribuzione dei prodotti ortofrutticoli (per i quali l’Italia vanta una posizione di leadership), sulla ristorazione di massa, sulle stesse esigenze di consumo dettate dalla vita moderna, e sull’accesso democratico a una alimentazione sicura”.

“Anche sul fondamentale aspetto dell’impatto ambientale complessivo di questo provvedimento non vi sono reali certezze nemmeno in chi ha proposto il provvedimento: prova ne sia la Commissione europea ha chiesto approfondimenti in merito al centro di ricerca JRC, peraltro non ente terzo ma emanazione della stessa Commissione. E tali approfondimenti sono ben lungi dall’essere conclusi”.

La partita si sposta ora in assemblea plenaria “dove è indispensabile che l’approccio ideologico lasci il posto a una maggiore attenzione alle reali esigenze dei cittadini europei, nel rispetto di una sostenibilità, che per definirsi tale deve essere si ambientale, ma anche economica e sociale. Nel percorso legislativo deve poi ancora esprimersi il Consiglio dell’Unione europea, in cui hanno voce i governi nazionali”.

“L’auspicio”, continua Salini, “è che in tale fase l’Italia faccia da capofila di altri Paesi, a tutela non solo degli imballaggi in plastica, che in Europa oggi sono correttamente prodotti, usati e smaltiti, ma soprattutto della qualità e del valore di prodotti come frutta e verdura, dell’efficacia e dell’economicità dei sistemi di ristorazione di massa, della sicurezza dei consumatori e infine, non meno importante, a tutela di migliaia di posti di lavoro”.

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