“L’unione Europea accoglie le istanze di Coldiretti frutto delle mobilitazioni, ma serve un cambio di passo rispetto alla scorsa commissione”. Coldiretti rileva che alcune delle impostazioni contenute nel report consegnato alla Presidente Von Der Leyen sono il risultato del presidio costante a Bruxelles che deve portare ad un approccio più decisivo dell’UE verso le politiche agricole. Serve ora tradurle in fatti concreti. Nel complesso è urgente un cambiamento radicale rispetto alla scorsa Commissione e molto più coraggio riguardo a quanto contenuto nel documento.
Così in una nota Coldiretti commenta il report del Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura europea consegnato oggi alla Presidente della Commissione europea.
“Accogliamo con favore l’impegno per la tutela del reddito degli agricoltori – spiega Coldiretti -, così come apprezziamo l’attenzione rivolta all’equilibrio delle filiere agricole, e ci aspettiamo un rafforzamento delle misure contro le pratiche sleali, oltre a interventi per una distribuzione equa del valore lungo tutta la filiera agroalimentare. Ribadiamo però che è necessario un deciso cambio di rotta al momento non riscontrabile nel documento. Verificheremo che ci sia davvero maggiore attenzione verso il settore agricolo nella fase di budget e nella programmazione della prossima Politica Agricola Comune (PAC), per garantire che vengano destinati fondi adeguati”.
“Gli interventi della Ue in passato sono spesso andati in una direzione penalizzante soprattutto per l’agricoltura degli Stati Membri mediterranei: dalle direttive sulle emissioni, alla demonizzazione del sistema di allevamento zootecnico tradizionale e tipico del bacino padano, passando a quella sull’uso dei principi attivi fitosanitari fino alla stessa Politica Agricola Comune (Pac) pensata molti anni fa – aggiunge Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto (nella foto) – L’attacco alla nostra zootecnia in particolare, con la prospettiva di sostituire le proteine animali con quelle vegetali e con la critica pregiudiziale contro gli allevamenti che oggi, specialmente in Italia, sono un modello di gestione che mette al centro benessere animale e sostenibilità ambientale, va contrastata raccontando la realtà virtuosa che abbiamo di fronte.
Inoltre i pagamenti diretti della Pac sempre più devono andare a chi vive effettivamente di agricoltura – ribadisce Salvan -, e anche questo per noi sarà un punto cardine che auspichiamo venga tradotto ancor più concretamente rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Lo dobbiamo anche alle nuove generazioni che scelgono di lavorare in agricoltura portando modernità e creatività in un settore determinante per l’economia, l’alimentazione e l’ambiente.
Occorre agire su due fronti – conclude Salvan – sull’innovazione con nuove tecnologie di miglioramento genetico, per recuperare le produzioni in termini non solo di sostenibilità, ma anche dal punto di vista quantitativo e dall’altra sui contratti di filiera, fondamentali per aumentare il livello di aggregazione dell’offerta, caratterizzando e valorizzando qualitativamente il prodotto nazionale”.