RETI, TECNOLOGIE E CONTROLLO BIOLOGICO CONTRO LA CIMICE ASIATICA

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Coldiretti Veneto ha raccolto e fatto propria la forte preoccupazione espressa dai produttori ortofrutticoli, riuniti in consulta regionale, in merito alla recrudescenza legata alla presenza della cimice asiatica, che sta già colpendo i primi raccolti. Una minaccia che continua a compromettere le produzioni agricole, in particolare quelle frutticole, già messe a dura prova e che anche per questo motivo stanno vedendo una importante e costante riduzione di superficie.

Coldiretti Veneto sottolinea come, già da tempo, la lotta alle fitopatie – e in particolare alla cimice asiatica – rappresenti una sfida complessa, che necessita di un approccio integrato e sostenibile. Le tecniche attualmente in fase di sperimentazione e applicazione includono l’uso di reti multifunzionali anti-insetto, il controllo biologico, l’impiego di prodotti naturali, l’elaborazione di modelli previsionali e l’utilizzo di tecnologie innovative come il silenziamento genico.

“L’obiettivo comune è chiaro – spiega Carlo Salvan in una lettera inviata all’Assessore Federico Caner –  avere produzione ortofrutticole che rispondano al mercato e ai criteri di sostenibilità ambientale e sanitario. Equilibri che i nostri produttori avevano trovato e che dal 2018 la cimice ha spazzato via – continua Carlo Salvan – e che ora torna prepotente con una maggiore presenza e meno armi da parte degli agricoltori. La nostra idea è semplice, efficace ed ambientalmente sostenibile: avviare un percorso operativo condiviso per l’installazione di migliaia di “totem” per la cattura massale; gia in uso da parte dei frutticoltori, vorremmo ne venissero messe a disposizione molti altri anche per uso civile e rivolto agli enti locali. La forte presenza dell’insetto che vediamo oggi tra le piantagioni è figlia di quelle che avevamo sulle pareti di casa in autunno e che sono andate a svernare nei fabbricati”.

Coldiretti Veneto recentemente ha quindi proposto alla Regione del Veneto che ne ha condiviso l’opportunità di avviare, in sinergia con il Servizio Fitosanitario regionale, l’Università di Padova (Dipartimento DAFNAE) e Veneto Agricoltura, una sperimentazione per l’installazione dei totem per il 2025/26.

“Alla luce delle nuove sollecitazioni emerse nel corso della riunione con i produttori del settore – conclude Carlo Salvan – diventa strategico accelerare i tempi affinché  il percorso, già condivido con la Regione, venga attivato entro ottobre 2025, per garantire tempi congrui di realizzazione e massimizzare l’efficacia dell’intervento in vista dell’inverno. Le trappole catturano migliaia di esemplari ognuna, senza colpire insetti utili e senza chimica, con un semplice feromone che le attrae e un contentitore d’acqua dove farle cadere. Confidiamo nella Regione che si è già espressa informalmente, affinché trovi le risorse necessarie per poter procedere anticipando ciò che potrebbe essere di fatto l’ennesima mazzata per i nostri produttori.”

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