Antichissima ma contemporanea, profondamente legata al territorio e insieme internazionale, fa bene alla salute e all’umore e, nonostante gli innumerevoli riconoscimenti prestigiosi – negli Usa esiste ad esempio il National Soup Day – non si è mai montata la testa, rimanendo un piatto pop, adatto a tutti e per tutti i giorni.
Parliamo della zuppa, alimento dall’origine lontana – secondo alcuni studiosi il termine zuppa deriverebbe dal celtico e significherebbe “fetta di pane inzuppata” (prima dell’avvento del cucchiaio bisognava infatti usare il pane) – e considerato fin dal Medioevo “il cibo del popolo” perché privo di carne, è uno dei piatti che maggiormente racconta il legame tra cibo, territorio e storia. Le zuppe, come spiega in una nota Orogel, venivano infatti tradizionalmente realizzate mettendo insieme gli ingredienti disponibili nell’orto e in dispensa, il pane secco, gli avanzi. I nobili lasciavano i pani avanzati alla servitù, che li metteva a cuocere in marmitte con verdura e cereali. In tal senso la zuppa è l’alimento antispreco ante litteram.
Una connotazione, un tempo dispregiativa – da cui i modi di dire “la solita zuppa”, “o è zuppa o pan bagnato” -, che oggi acquista un nuovo valore.
Economiche, gustose, fantasiose, nutrienti, salutari, amiche dell’ambiente, le zuppe vivono oggi il loro “Rinascimento”, come dimostrano le innumerevoli interpretazioni, anche di grandi chef, e come certificano i numeri. Secondo dati Statista quello delle zuppe è un mercato che oggi vale 53 miliardi di dollari a livello globale. Una cifra, al netto delle attuali turbolenze internazionali, destinata a crescere del 4,5% annuo nel quinquennio 2022-2027.
In Italia il mercato cresce del 12% all’anno. Nel 2023 previsto +6% a volume
Guardando nello specifico al nostro Paese emerge un vero e proprio “caso zuppa”: le previsioni di Statista parlano infatti di un’impennata del mercato del 12,7% annuo, con una crescita del 6% in volume nel 2023.
Una nuova passione o meglio un prepotente ritorno di fiamma legato all’imporsi di uno stile alimentare più sostenibile e attento alla salute, che privilegia il consumo di verdure e prodotti del territorio. La zuppa, pur essendo un piatto “umile”, è infatti prezioso come un farmaco. Già gli antichi romani erano coscienti delle proprietà benefiche che questo piatto custodiva: “depura il corpo dalle tossine e lo prepara alla rinascita”. Una rinascita facilitata anche dall’utilizzo dell’alimento sottozero, anch’egli sempre più apprezzato dalle famiglie italiane (il 98% lo acquista secondo Doxa). Il surgelato consente infatti di mettere in tavola velocemente e in pochissime mosse una larga varietà di zuppe, mantenendo inalterate le vitamine e le componenti nutrizionali naturalmente presenti in verdure e ortaggi.