Freshfel Europe sollecita il commissario UE per il commercio Vladis Dombroski a trovare soluzioni rapide per garantire le esportazioni di prodotti freschi dell’UE verso l’India cercando di alleggerire le inutili e gravose burocrazie derivanti dal Nuovo Ordine Indiano sulla certificazione anti OGM.
L’associazione degli importatori indiani ha infatti da poco imposto nuove regole alle merci in entrata nel Paese asiatico. Tra queste, la certificazione non OGM per i prodotti ortofrutticoli freschi.
Il nuovo impianto normativo per le importazioni si chiama ‘Nuovo ordine indiano’ ed entrerà in vigore dal primo marzo prossimo (dopo un rinvio di due mesi dall’iniziale kick off previsto per il primo gennaio 2021) e introduce una burocrazia che i produttori di europei ritengono inutile e non necessaria dal momento che in UE gli OGM sono espressamente vietati.
Ieri, in una lettera al commissario UE per il commercio, Vladis Dombroski, Freshfel Europe ha espresso le sue profonde preoccupazioni per il nuovo requisito della certificazione no OGM richiesta dall’India. La norma indiana adottata il 21 agosto 2020 sui “requisiti per la certificazione no OGM che accompagna le spedizioni di alimenti importati” ha sollevato preoccupazioni per burocrazia e costi aggiuntivi tra gli esportatori dell’UE verso questo mercato in crescita.
Sono diversi i prodotti freschi che la nuova normativa va a toccare. Tra questi, mele, fagioli, melanzane, meloni, prugne, peperoni e pomodori.
Il rinvio di due mesi della sua entrata in vigore è stato ottenuto dalla Commissione Europea proprio per consentire la negoziazione di soluzioni pratiche per far fronte al requisito della certificazione no OGM.
Il delegato generale di Freshfel Europe, Philippe Binard, ha commentato l’imminente avvio della nuova normativa, affermando: “È importante che si trovi una soluzione pratica entro il primo marzo. Nessuno dei prodotti elencati nel Nuovo Ordine Indiano è stato parte di un processo di autorizzazione alla modificazione genetica da parte dell’UE”.
L’incertezza grava particolarmente per le imminenti spedizioni programmate che arriveranno in India dopo il primo marzo che, peraltro, è uno dei mesi di picco delle esportazioni ortofrutticole europee con oltre 20mila tonnellate (dato 2019 riferito a questo periodo).
Nei mesi di ottobre e novembre 2020, la mancanza di chiarezza intorno al Nuovo Ordine indiano ha interrotto pesantemente la preparazione dell’inizio della stagione delle esportazioni, che di solito ha un picco da gennaio ad aprile. La pianificazione delle esportazioni degli operatori è stata influenzata dai tempi di spedizione in India, dall’incertezza su quando la norma sarebbe entrata in vigore e dai possibili parametri di attuazione dell’Ordine in UE come, ad esempio, l’individuazione dell’autorità, negli Stati membri, deputate al rilascio di questa certificazione. Il permanere dell’incertezza, peraltro, sta sviluppando condizioni di disparità tra tutti i Paesi esportatori europei nel 2021.
“Freshfel Europe – ha specificato Binard – sta sollecitando l’Unione Europea a chiarire urgentemente la situazione proponendo contemporaneamente di sostituire un sistema di certificazione individuale con una dichiarazione generale dell’UE basata sulla garanzia fornita dal quadro giuridico europeo sugli OGM”.
Significativo per lo sblocco della situazione, sarà l’incontro blaterale India-Ue del prossimo 22 gennaio.
“Siamo fiduciosi – ha detto Natalia Santos, direttore del commercio di Freshfel Europe – che la garanzia della robusta legislazione UE sugli OGM, sulla tracciabilità e sull’assenza di autorizzazione per la produzione di frutta e verdura OGM in Europa, fornirà la necessaria garanzia alle autorità indiane per esentare i prodotti ortofrutticoli europei elencati nell’Ordine da questo requisito di certificazione GM-free ”.
Negli ultimi anni l’export europeo di frutta e verdura fresca in India ha registrato una crescita significativa con un picco nel 2019 di quasi 100.000 tonnellate di esportazioni annue per un valore di 82,5 milioni di euro e ha guadagnato quote di mercato in India anno dopo anno. Il paniere delle esportazioni dell’UE comprende principalmente mele (circa l’88% del volume delle esportazioni), pere, prugne e kiwi e coinvolge operatori provenienti da Italia, Polonia, Paesi Bassi, Francia, Spagna, Belgio e Grecia.
Mariangela Latella