L’Italia ortofrutticola ha bisogno di mercati aperti, di esportare prodotti che non temono confronti per qualità, sostenibilità, innovazione. A sostenerlo è Marco Salvi (nella foto), presidente di Fruitimprese, nel commentare gli ultimi dati relativi ai primi nove mesi dell’anno (leggi news). E poi aggiunge: “L’embargo russo – spiega Salvi – è stato un colpo micidiale per il nostro export e ha destabilizzato gli equilibri del commercio ortofrutticolo intra-europeo. Invece di lavorare per togliere l’embargo, sta passando il concetto che lo status quo sia già stato assorbito dai mercati. Gli equilibri stanno cambiando: Olanda e Belgio promuovono in maniera sempre più aggressiva le loro pere a scapito delle nostre, così fa la Grecia coi suoi kiwi. I polacchi che vendevano le loro mele soprattutto in Russia adesso scaricano la loro produzione tutta sul mercato europeo con conseguenze pesanti sui prezzi e a danno delle nostre mele”.
“APRIRE NUOVI MERCATI”
“Lo stiamo ripetendo fino alla noia – continua Salvi- serve aprire nuovi mercati alle nostre produzioni, quelli tradizionali sono già saturi. Serve spingere sul fronte degli accordi bilaterali, dei protocolli fitosanitari in Cina, Messico, Estremo Oriente per dare nuovo impulso al nostro export e alleggerire la pressione sui mercati europei. Serve il supporto della politica, del sistema Paese per aggredire i mercati lontani dove i nostri concorrenti sono più attivi e più bravi di noi. Recentemente la Spagna ha siglato con la Cina il protocollo per esportare la sua uva oltre la Grande Muraglia, mentre le pere olandesi hanno ottenuto il passaporto per Cina, Brasile, Messico, India, Vietnam e Colombia. Noi invece siamo fermi. Altri Paesi, come la Francia, fanno sistema e aggregano le risorse: a Parigi è nata la Casa dell’ortofrutta, la “Maison des Fruits & Légumes”, con un investimento di circa 40 milioni, per aggregare tre strutture interprofessionali autonome e complementari: Interfel, Ctifl e Aprifel, in rappresentanza di tutto il sistema ortofrutta Francia”.
“IL TAVOLO ORTOFRUTTA DEVE ESSERE PERMANENTE”
“Serve la convocazione immediata del Tavolo ortofrutta presso il Ministero – conclude Salvi –, serve che diventi una sede permanente di confronto tra le imprese e le istituzioni, serve mettere all’ordine del giorno alcune priorità condivise tra le principali rappresentanze del settore: innanzitutto l’aggiornamento dei catasti produttivi, lo stato dell’arte dei principali dossier fitosanitari per promuovere il nostro export nei Paesi-obiettivo, il supporto istituzionale di promo-comunicazione a favore delle nostre produzioni. Il peggioramento del nostro interscambio con l’estero è un segnale d’allarme che riguarda tutto il sistema Italia: l’ortofrutta è un pilastro produttivo, economico, sociale e occupazionale del nostro Mezzogiorno ed è la seconda voce del nostro export agroalimentare”.