“Siamo molto preoccupati perché produrre ortofrutta in Italia sta diventando sempre più difficile a causa di una strategia dell’Unione Europa sbagliata sulle politiche green”.
A lanciare il grido d’allarme è Marco Salvi (nella foto), presidente di Fruitimprese, presente all’ultima edizione di Interpoma, che si è tenuta la scorsa settimana alla fiera di Bolzano. “L’Europa sta eliminando la possibilità di utilizzare principi attivi con molta velocità, ma senza dare valide alternative agli agricoltori. Pertanto ci stiamo trovando senza strumenti per difenderci. Siamo tutti concordi nella necessità di salvaguardare l’ambiente ma dobbiamo avere a disposizione reali alternative puntando sulla scienza, su sostanze mirate, meno impattanti e più sofisticate, con meno sprechi. A questo – osserva Salvi – si deve aggiungere una ricerca sulle Tea, le tecniche di evoluzione assistita che deve essere ben definita, puntando sulla ricerca. Poi però serve gestire anche l’ordinario. E comunque il mondo non lo può salvare solo l’agricoltura, che sembra l’unica a doversi sacrificare mentre altri settori, ben più responsabili dell’inquinamento, spesso sostenuti dalle lobby, continuano a svolgere le loro attività indisturbati”.
“Perdiamo intere filiere. Senza un cambio di passo siamo vicini al punto di non ritorno”
“Dobbiamo darci gli strumenti necessari per lavorare anno su anno per produrre ortofrutta in Italia e in Europa e governare una situazione che altrimenti rischia di precipitare”, rimarca ancora il presidente di Fruitimprese che aggiunge: “Stiamo perdendo filiere intere. Siamo vicini al punto di non ritorno. Se i produttori non riescono più a garantirsi rese normali e decidono di espiantare ettari di frutteti indietro non si torna. Perdiamo produzioni ed eccellenze e per sopperire alla mancanza di prodotto siamo poi obbligati ad importare”.
Due pesi, due misure: il caso del kiwi in Italia e in Grecia
Salvi sottolinea poi come “nel mondo sono autorizzati prodotti che da noi sono vietati”, facendo l’esempio del kiwi verde: “In Italia la produzione di questo frutto è calata enormemente un po’ a causa della morìa, ma anche per la mancanza di ore fredde e l’impossibilità di utilizzo di induttori di dormienza, cosa che invece avviene in Grecia, garantendo ai produttori greci la produzione. È insomma un circolo vizioso che provoca gravi danni e in maniera che rischia di diventare irreversibile”.
Secondo Salvi, infine, “serve trovare un’alleanza politica con gli altri Paesi produttori, dalla Spagna alla Francia fino alla Grecia. Poi è necessaria una diversa sensibilità a livello comunitario: finora in Europa le decisioni sono state prese in modo ideologico e di pancia. Ora bisogna alzare il livello e puntare sulla scienza, unico denominatore in grado di misurare in maniera precisa come operare”, conclude Salvi, che con l’occasione ha elogiato l’ultima edizione di Interpoma, “che si conferma fiera di livello internazionale, dove è presente tutta la filiera del mondo della mela, con importanti presenze da ogni parte del mondo”.
Emanuele Zanini
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