SALVI VIVAI, CILIEGIE SWEET IN PIENA PRODUZIONE: L’ARMA VINCENTE È LA SCALARITÀ DI MATURAZIONE

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Per la prima volta Salvi Vivai ha mostrato gli impianti di ciliegie della famiglia Sweet in un anno di piena produzione. L’occasione è stata questa mattina, durante un open day organizzato dall’azienda ferrarese al ceraseto sperimentale di Runco di Portomaggiore (Ferrara). Si tratta del secondo evento di questo tipo, dopo quello organizzato due anni fa in occasione del 125esimo anniversario della azienda ferrarese.

La famiglia Sweet, selezionata dall’Università di Bologna e di cui Salvi Vivai detiene la licenza per la propagazione, si compone di sei varietà: Sweet Aryana® PA1UNIBO* (+3 gg da Burlat), Sweet Lorenz® PA2UNIBO* (+6), Sweet Gabriel® PA3UNIBO* (+10), Sweet Valina® PA4UNIBO*(+20), Sweet Saretta® PA5UNIBO* (+23) e Sweet Stephany® PA7UNIBO*(+27). La loro ‘scalarità di maturazione’ è una delle caratteristiche più interessanti, poiché permette al produttore di raggiungere una finestra commerciale di cinque settimane con un prodotto sostanzialmente uguale per aspetto e qualità:  il livello zuccherino si segnala intorno a 20° Brix, il colore è rosso uniforme e brillante (4-6 CTIFL code) mentre il calibro minimo è di 28 mm e la polpa particolarmente consistente (0,40 kg/cm²).

“Una ‘scalarità’ che quest’anno è stata ulteriormente esasperata dal lungo inverno a cui è seguito una primavera molto calda e caratterizzata per gli elevati sbalzi termici. La fioritura tardiva e prolungata ha generato una produzione con diversi stadi di maturazione anche sulla stessa pianta”, ha spiegato Lorenzo Bergonzoni, del team di Stefano Lugli, il responsabile del progetto del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna. “Tali aspetti climatici – continua – hanno portato ad una produzione di ciliegie inferiore fino al 35% nella zona, con particolare riferimento alle varietà Ferrovia e Regina. In questo campo, tuttavia, grazie alla forma di allevamento utilizzata, le performance registrate sono in totale controtendenza”.

Il riferimento è al sistema di reti multifunzionali “keep in touch”, che preserva la produzioni dagli insetti (Drosophila e Cimici in primis) e assolve un’importante funzione anti-pioggia, grazie ad un doppio strato presente nell’arcata superiore, oltre a proteggere le piante dalla grandine. La riduzione del 13% della luce diretta filtrata non influisce minimamente sull’illuminazione diffusa, le reti inoltre assicurano una migliore efficienza dei trattamenti chimici, riducendo così l’impatto ambientale, mentre l’innovativo sistema di carrucola (introdotto quest’anno) rende pratica e agevole la rimozione in fase di raccolta.

Ma l’innovazione passa anche attraverso l’impianto di produzione scelto, detto “senza scala”. Un sistema di questo tipo permette di avere una densità tra le 5.000 e le 6.000 piante per ettaro, con entrata in produzione già dal secondo anno e con il 90% dei frutti di calibro maggiore ai 28 mm. Le piante sono innestate su portinnesti nanizzanti (Gisela 5) che evitano l’eccessivo sviluppo in altezza della pianta e che facilitano dunque le operazioni di raccolta (il 95% della raccolta avviene a terra).

Il costo iniziale si aggira sui 100 mila euro per ettaro ma i risultati ripagano ampiamente. Già dal quarto anno il produttore rientra dall’investimento e può contare su una produzione sicura, perché protetta da agenti esterni, tra le 10 e le 15 tonnellate per ettaro.

L’evento è stato organizzato da Salvi Vivai con la collaborazione dell’Università di Bologna e il supporto di Valagro, leader mondiale in prodotti biostimolanti che mette in campo la propria ricerca supportata dalla esclusiva piattaforma tecnologica GEAPOWER. “La risposta a questo open day tecnico è stata molto alta”, ha infine commentato Silvia Salvi (nella foto), socio amministratore di Salvi Vivai, “con iscrizioni che sono arrivate da tutta Italia, oltre che da Francia, Germania, Austria, Turchia, Belgio, Grecia, Moldavia e Serbia a dimostrazione dell’alto interesse del comparto rispetto a questa sperimentazione che guarda all’innovazione varietale e agronomica”.

Chiara Brandi

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