Dopo due anni di studi e sperimentzioni compiute in Valsugana ed in Olanda, la cooperativa Sant’Orsola ha presentato la serra trentina ai suoi soci nell’auditorum del Villaggio di Pergine Valsugana ed a chi era collegato in remoto. Si tratta di una novità assoluta, assicurano dall’azienda.
Serra coperta da particolari teli verdi, mimetizzata nel paesaggio circostante, ombreggiata. Adatta a contrastare le temperature crescenti. Trentina perchè la cooperativa ha origini storiche locali, ma a disposizione dei soci produttori dal Nord al Sud della Penisola e di chi intende entrare nel settore frutticolo.
Ma perché una nuova serra in sostituzione ai tunnel attuali? “Il cambiamento climatico e le sempre nuove richieste del mercato richiedono uno strumento nuovo e adeguato, tale da consentirci di continuare ad essere leader italiani, pensato per migliorare il lavoro e la produzione e mirato ad aumentare la resa produttiva – ha chiarito il direttore Matteo Bortolini, dopo il saluto iniziale del presidente Silvio Bertoldi – la nuova serra che proponiamo è frutto della ricerca applicata, ci dà un risultato subito utilizzabile dai produttori, operativo. E’ tempo di rinnovare il nostro parco serre che mediamente conta trent’anni d’età. Inoltre abbiamo anche trovato il modo di aiutare i soci a sostenere l’onere finanziario necessario ad investire nei nuovi impianti”.
Nel merito è entrato Michele Plancher, responsabile dell’area amministrativa e finanziaria della cooperativa, spiegando modalità di accesso al credito bancario. Vantaggiose per i soci che hanno visione di prospettiva e vogliano migliorare la produttività e la redditività aziendale, mitigando gli effetti del cambiamento climatico investendo nelle nuove serre.
La nuova serra
Sotto i tunnel tradizionali la temperatura estiva in Trentino ha raggiuunto i 43 gradi (è maggiore altrove), rendendo più faticoso il lavoro degli addetti e incidendo sulla salute degli insetti utili introdotti per la lotta biologica e sulle piante stesse. Dal 2022 i ricercatori del Campo sperimentale della Sant’Orsola e dell’università olandese di Wageningen, polo d’eccellenza internazionale in agricoltura avanzata, hanno unito le forze e testato l’esito delle loro analisi e delle prove nell’azienda di Paolo Pintarelli, socio della cooperativa, coltivatore a Campiello di Levico. Nei suoi campi, le nuove serre verdi per le sperimentazioni sono state affiancate a quelle bianche tradizionali con funzione di controllo.
Gianluca Savini, responabile dell’area ricerca, sperimentazione e sviluppo della Sant’Orsola e Kevin Koper della Wageningen University and Research hanno illustrato i risultati del loro lavoro, volto ad abbattere il caldo nelle serre ed a migliorare la qualità e la produzione di fragole e piccoli frutti.
Nel dettaglio, la serra trentina proposta ai soci aumenta le dimensioni rispetto ai tunnel oggi disseminati sul territorio, è lunga 40 metri, il doppio dell’attuale standard, alta poco meno di 5 e larga sette e mezzo. La notevole dimensione, il particolare ancoraggio al suolo ed un cupolino posto sulla sommità consentono una ventilazione interna oggi impensabile. La tecnologia introdotta, inoltre, consente di disporre e conservare i teli di copertura in modo agile sulla sommità dell’impianto.
La copertura con teli verdi permette di abbassare la temperatura media annua di 3 gradi (poco solo in apparenza) e produce un ombreggiamento che toglie il 12 per cento di luce solare all’interno ed il 30 per cento di luce sulle foglie. Il risparmio nell’uso dell’acqua è pari al 14 per cento. Le analisi condotte hanno dimostrato che l’ombreggiatura non altera la qualità della frutta, il gusto rimane quello attuale, che le capacità produttive aumentano e gli spazi inutilizzati sono annullati.
A conti fatti, la resa per metro quadrato cresce fino al 20 per cento rispetto ai tunnel attuali. L’investimento necessario trasforma i soci della Sant”Orsola da tradizionali produttori in moderni imprenditori agricoli.
Le coperture sono in grado di resistere a venti impetuosi, alle bombe d’acqua, alla grandine grossa battente ed al peso della neve fino a 30 centimetri di altezza.
A sostegno della necessità di cambiamento è intervenuto nel corso della serata anche Nicola Leonardi, il responsabile dell’area commerciale della cooperativa. Ha sostenuto che la nuova serra consentirà di aumentare le performances della Sant’Orsola sul mercato nazionale. Crescere è indispensabile, ha ricordato ai soci, perché la concorrenza è sempre più agguerrita. Sta accadendo, tra l’altro, che grandi produttori internazionali di marchi assai noti vendano i loro frutti direttamente nei mercati più importanti d’Italia e ciò rappresenta una novità cui è necessario far fronte.
Dal canto suo la Sant’Orsola gode di buona salute: è stato illustrato l’aumento anno dopo anno del fatturato aziendale complessivo, quello relativo alle vendite nel Trentino Alto Adige è triplicato dal 2000 ad oggi ed il residuo zero della cooperativa unico in Italia (lampone e mirtillo) ha convinto e conquistato una fetta importante del mercato nazionale.
Dal canto suo, Severino Perenzoni, il direttore dello stabilimento, ha segnalato le capacità di adattamento della struttura e dell’organizzazione del lavoro alle nuove richieste dei mercati. Anche in tema di risparmio energetico. Alla fine 2024 la produzione green di energia mediante fotovoltaico installato raggiunge un milione di Kwh pari al 35 per cento dell’intero fabbisogno energetico della Sant’Orsola.