Dagli effetti negativi del conflitto russo-ucraino, a quelli climatici, alle speculazioni e distorsioni sul mercato, è lunga la lista che pesa sull’agricoltura italiana e in particolare sul settore ortofrutticolo.
Un “grido di dolore” rimarcato anche dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in occasione dell’assemblea generale che si è concluse oggi a Roma presso Villa Aurelia. A margine dei lavori assembleari, il Corriere Ortofrutticolo ha chiesto a Nicola Cilento (nella foto), componente di Giunta di Confagricoltura e presidente della Organizzazione produttori COAB operante nel settore ortofrutticolo nella Piana di Sibari, di fare il punto sulla preoccupante situazione e quali interventi sollecita l’organizzazione datoriale agricola per uscirne. “L’ortofrutta – osserva Cilento – è una di quelle poche filiere che non riesce a ribaltare sui listini il forte aumento dei costi di produzione, primo fra tutti quello energetico. Questo sta mettendo in grande difficoltà l’intera filiera ortofrutticola italiana, tanto è vero che Confagricoltura, attraverso il il presidente Giansanti, ha chiesto interventi urgenti che riguardino innanzitutto il credito, per supportare le aziende dal punto di vista finanziario, e poi riguardo a tutto ciò che sono i costi della previdenza, con una sospensione degli oneri sociali e contributivi a carico delle aziende”.
– Un anno difficile sta per chiudersi, quali le prospettive per il prossimo anno?
“Purtroppo non sono tra le migliori, l’ortofrutta patisce più degli altri questo cambiamento climatico che è ormai una realtà con cui dobbiamo fare i conti. Ad ottobre e novembre si sono registrate anche quest’anno temperature notevolmente superiori alla media, le produzioni invernali ne hanno patito e ne stanno parendo le conseguenze, come le clementine in Calabria. Confagricoltura è sempre pronta a segnalare difficoltà ma anche a fare proposte. C’è bisogno sia di un’azione emergenziale, legata alla liquidità delle aziende e al boom dei costi di produzione che sopportano le aziende ortofrutticole, ma c’è bisogno anche di una visione strategica di medio e lungo periodo che riguardi soprattutto la capacità di adattamento a questo cambiamento climatico che è ormai realtà. Le aziende dovranno essere supportate con piani strategici straordinari per rivedere un po’ le modalità di produzione e coltivazione dei vari prodotti”.
– Una forte discesa in campo del governo a favore del settore ortofrutticolo sarebbe quindi auspicabile?
Certo, ci vuole maggiore appoggio del governo al nostro settore per garantirgli competitività rispetto ai competitor europei. In altri Paesi nostri concorrenti, i governi nazionali hanno infatti già messo in campo risorse notevoli a favore del settore agricolo e in particolare quello ortofrutticolo, un intervento del genere serve assolutamente anche in Italia”.
Cristina Latessa
Roma