Paolo Bruni, presidente di CSO Italy, e Adriano Aldrovandi, presidente di AOP UNAPera, sono intervenuti al convegno “Frutticoltura: il punto della situazione” svoltosi al Cibus Connect di Parma per iniziativa di Coldiretti Emilia Romagna, insieme all’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, al direttore della Coldiretti regionale Marco Allaria Olivieri, al coordinatore della consulta frutticola regionale di Coldiretti Nicola Dal Monte e al responsabile ortofrutta di Filiera Agricola Italiana, Maurizio Marangon.
Bruni ha ricordato i problemi della produzione ortofrutticola, legati anche all’andamento climatico (tra i timori della campagna frutticola estiva incombe la siccità, che porta con sé calibri piccoli), e le sfide poste da una normativa “che ci limita sempre più, anche per quanto riguarda gli imballaggi”. Il presidente di CSO Italy ha ricordato le 500 mila tonnellate di consumi perse nel 2022, sottolineando come il fenomeno del calo dei consumi di ortofrutta non sia legato ad un unico fattore: l’inflazione e dunque i prezzi più alti di tutti i beni hanno influenzato il consumatore, ma ricordiamo che la spesa per l’ortofrutta incide nel bilancio famigliare solo per il 4% per cui non può essere additata quale responsabile dell’aumento della spesa famigliare. Si aggiungono poi problemi quantitativi e qualitativi conseguenti alle difficoltà riscontrate dalla produzione. Come se non bastasse i costi energetici sono triplicati e aumenti hanno registrato gli imballaggi, i materiali di consumo, i trasporti su gomma e per mare. I dati del 2022 – ha ancora ricordato il presidente Bruni – indicano una tenuta sostanziale ma c’è spazio a fare molto meglio anche attraverso l’abbattimento delle barriere fitosanitarie. “Un quadro – ha concluso Bruni – da cui emerge in maniera chiara una condizione di grave difficoltà. Anche per questo, credo che una grande organizzazione come Coldiretti debba fare quello che sta facendo contro i cibi sintetici: una grande crociata”.
Adriano Aldrovandi, presidente UNAPera, ha confermato il momento difficile che la pera sta vivendo, soprattutto in Emilia Romagna, dove tuttavia questo frutto continua a rappresentare il 35% della PLV frutticola, è un sistema che con le attività indotte occupa oltre 15 mila addetti, e dove, in particolare in alcune aree, non esiste una reale alternativa frutticola alla pericoltura. E’ per fronteggiare questa situazione e preparare il rilancio che è nato il progetto UNAPera, che ha visto nel settembre 2021 la nascita di una AOP e l’avvio di un comitato commerciale e l’anno successivo, tra l’altro, la nascita del Distretto della Pera dell’Emilia Romagna, il restyling dell’immagine dell’IGP e la realizzazion di un’importante campagna di comunicazione e promozione. Gli obiettivi per l’immediato futuro – ha ricordato il presidente Aldrovandi – sono 4.800 ettari a IGP con 900 aziende certificate, 20 mila tonnellate di prodotto IGP commercializzato e, tra l’altro, lo sviluppo del progetto di filiera per il Distretto. Sarà poi rivisto il disciplinare dell’IGP e per il 2024 si conta già di portare a 5.500 gli ettari e a 1.100 le aziende certificate per 30 mila tonnellate di prodotto IGP commercializzato.
Nella foto, da sinistra, Paolo Bruni e Adriano Aldrovandi