Stefano Pezzo (nella foto) è stato confermato alla guida di Fruitimprese Veneto. L’imprenditore veronese ieri sera è stato infatti rieletto presidente dell’associazione degli esportatori e importatori veneti per il prossimo triennio. Per Pezzo, che ricopre la carica dal 2014, si tratta del terzo mandato consecutivo, che si concluderà a dicembre 2023, con la nuova elezione fissata per la primavera 2024.
Nel corso dell’assemblea ordinaria di ieri in cui si è tenuta la rielezione di Pezzo per acclamazione, è stato rinnovato pure il consiglio dell’associazione: due le novità, con l’ingresso si Ilenia Nordera di Biotrading e Federico Poli di Bovolino.
Gli altri otto rappresentanti del consiglio sono Cristiana Furiani di Geofur, Stefano Bighelli di Perusi, Domenico Citterio dell’omonimo gruppo, Roberto Pavan di Pef, Lucio Duoccio dell’omonima impresa, Leonardo Odorizzi dell’omonima azienda, Fabrizio Giraldini di Le Motte, Matteo Falzi di Villafrut.
“Sono stati tre anni contrassegnati senza dubbio dall’ultimo complesso periodo caratterizzato dal Covid, in cui sono cambiate tante cose, mercati e consumi compresi, sebbene non solo con elementi negativi”, spiega Pezzo, analizzando il treiennio appena passato. “A penalizzare il settore è stato soprattutto il clima, specialmente con le ultime gelate di questa primavera”.
Sui temi principali su cui si focalizzerà l’attenzione dell’associazione nei prossimi tre anni Pezzo cita la sostenibilità e gli indirizzi forniti dall’UE quali il Green Deal e nello specifico la Farm to Fork.
“Dobbiamo prendere coscienza del cambiamento che sta avvenendo sui mercati e prendere coscienza di come si stanno muovendo i Paesi concorrenti”, afferma il presidente di Fruitimprese Veneto. “L’Italia era leader di tante produzioni. Oggi ha perso diverse posizioni, lasciando spazio a concorrenti che producono (spesso) bene con volumi importanti ma soprattutto con meno costi vedi la Spagna con pesche e altre referenze, la Grecia con i kiwi, la Polonia con le mele. La tendenza dei Paesi a proteggere le proprie produzioni interne, preferendole a quelle estere, come sta facendo in parte anche l’Italia, sta cambiando la leadership dei mercati. Serve fare più gruppo, creare sinergie tra produttori vicini per essere più competitivi con i concorrenti esteri”.
Emanuele Zanini