Puglia regione partner di Macfrut 2024, e uva da tavola, prodotto principe della regione, celebrata in due giorni di simposio internazionale. Quest’anno il salone riminese ha parlato davvero pugliese. E fra due mesi nel cuore della produzione del Barese, a Noicattaro, torna l’evento “Regina di Puglia” quest’anno arricchito dalla Rete dei Comuni “Le Terre dell’Uva” cui hanno aderito oltre al comune capofila Noicattaro, anche Rutigliano, Mola di Bari, Casamassima, Castellaneta, Adelfia e Polignano a Mare. Tutti accomunati dall’obiettivo di contribuire alla valorizzazione e alla promozione dell’uva da tavola, di cui costituiscono il maggior distretto italiano ed europeo, collegando questo prodotto cardine dell’economia locale con il suo territorio, ricco di attrattive storico-culturali e naturalistiche. Fino ad arrivare all’uva-turismo, in una regione in cui l’eno-turismo sta vivendo un vero e proprio boom puntando soprattutto sulla distintività e sul legame delle cantine con il territorio e la cultura locale.
Suglia: “Uva-turismo straordinaria opportunità. Fare cultura e non solo coltura”
“L’uva-turismo è una grande prospettiva e una straordinaria opportunità per il nostro mondo“, commenta Giacomo Suglia (nella foto), presidente APEO (i produttori-esportatori della regione) e vicepresidente nazionale Fruitimprese. “Il mondo produttivo deve crederci di più, dobbiamo fare cultura e non solo coltura, puntando sulle attrattive turistiche, ambientali e storiche di un territorio regionale stretto tra due mari con le colline al centro e una dorsale appenninica che va dalla Valle d’Itria alle Murge. Posti splendidi che attirano già oggi un turismo nazionale e internazionale”.
Torniamo a Macfrut, dove APEO era presente con 15 stand con anche il Consorzio Clementine Taranto Igp e il vivaio Morciano. Bilancio?
“Intanto voglio ringraziare la Regione Puglia, l’assessore Pentassuglia e l’Unioncamere regionale per il sostegno alle imprese con l’abbattimento dei costi di presenza a Rimini. Poi certo il bilancio è molto positivo. Siamo la regione più ortofrutticola d’Italia, con quasi 200.000 ettari di superficie utilizzata, 23 milioni di quintali di prodotti e 1,2 miliardi di euro di Produzione Lorda Vendibile, più di 1/3 della PLV agricola totale regionale, con punte di eccellenza e di valore dell’uva da tavola negli areali di Bari e Taranto, degli agrumi dell’arco jonico-tarantino, degli ortaggi nel Foggiano e Brindisino e delle angurie e patate nel Leccese”.
Novità sul fronte delle varietà innovative?
“Come NUVAUT, consorzio di breeding di cui sono presidente, grazie al contratto con il Crea finanziamo la ricerca pubblica per nuove varietà senza semi e quest’anno sarà l’anno-verità per l’uva seedless Maula, varietà nera senza semi, primizia pronta da raccogliere nella prima decade di luglio. Le quantità in campo sono già discrete, circa 50 ettari”.
La nuova campagna 2024?
“Prevediamo partirà ai primi di luglio, circa una settimana di anticipo sul 2023. Le prime varietà da raccogliere saranno ridotte per colpa del clima, degli sbalzi di temperatura e degli effetti della peronospora dell’anno scorso”
Quantità?
“Gli ettari tra Bari, Taranto e BAT sono circa 30.000, più della metà di varietà seedless. Le quantità sono un po’ ridotte come l’anno scorso, siamo sullo stesso livello. Speriamo di confermare anche i prezzi della scorsa campagna, abbastanza soddisfacenti”
A Rimini c’erano i tre presidenti dei Consorzi Igp, dell’Uva di Puglia, e di Mazzarrone e Canicattì per la Sicilia..
“Una bella occasione di dialogo e confronto fra le due regioni per migliorare la comunicazione e gli standard di qualità verso i consumatori”
L’export 2023 di uva ad tavola ha confermato il valore di 740 milioni di euro, il secondo prodotto del nostro export ortofrutticolo dopo le mele. Si può fare di più?
“Certamente, lavorando sull’aggregazione, sull’assortimento varietale e sulle nuove varietà che primeggiano per quantità e qualità. Prevediamo nel 2026 di mettere in produzione almeno mille ettari in più di varietà seedless. Abbiamo sempre vecchi e nuovi competitor come Spagna, Grecia, Macedonia che insidiano la nostra leadership. Non si può dormire sugli allori. Ma gli investimenti sulla qualità e sulle nuove varietà ci fanno ben sperare”.
Lorenzo Frassoldati