TERRA MIA PUNTA SU NUOVE TECNOLOGIE, BLOCKCHAIN E RICERCA

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Idee e loro concretizzazione.

Questo è oggi Terra Mia Italia, progetto in costante evoluzione sotto ogni punto di vista: “Siamo una delle prime aziende in Europa ad usare il sistema Blockchain nel settore agroalimentare – esordisce il presidente Marco Bellucci (nella foto) – e lo abbiamo fatto perché si tratta dell’unica modalità per dare ai cittadini, alle famiglie e ai consumatori, la certezza che tutto ciò che andiamo a proporre loro sia verità, parola che nel commercio appare spesso inusuale. Invece non è così perché proprio il commercio presenta un aspetto da umanizzare che consente e obbliga tutti coloro che sono gli operatori a vendere e proporre prodotti seri e certificati.

Il problema di noi produttori italiani è stato per tanto tempo quello di non avere alcuni strumenti per poter andare a fondo di ciò era la provenienza del prodotto, i trattamenti cui veniva e viene sottoposto, i sistemi di produzione, i sistemi etici di gestione dell’azienda e dei propri dipendenti, senza dimenticare le dissonanze al riguardo, vedi il grosso problema del “caporalato”. Il settore ortofrutta necessitava di un punto perché se noi non l’avessimo messo avremmo continuato ad essere una delle aree più importanti nella quotidianità dei cittadini senza avere l’organizzazione necessaria per poter raccontare ai nostri interlocutori che il prodotto loro offerto fosse salubre e certificato.

Il sistema Blockchain è una filosofia, un modo di approcciarsi con l’esterno attraverso dei dati che sono certi, inconfutabili, non modificabili. Questa grande piazza internazionale nella quale ci siamo inseriti è il luogo nel quale tutti possono venire a vedere le verità. A questo grande sistema, usato da tempo nel mondo della finanza, il 24 maggio scorso abbiamo innestato il DNA controllato, un grande passo per l’italianità, per i produttori italiani e i consumatori esteri. Noi riusciamo a certificare attraverso il DNA la provenienza dei prodotti che non può derivare solo dalla geolocalizzazione. Occorre dare a ogni tipo di prodotto una connotazione scientifica”.
Un settore delicato che Terra Mia Italia ha deciso di completare con un’area apposita dedicata alla ricerca, con tanto di Comitato Scientifico nel quale spiccano la sezione agronomica, presieduta dal Dott. Concolino (AGRICODEM), l’area informatica e la parte progettuale, con in primo piano il Prof. Francesco Pedrielli, ferrarese ed esperto dall’alto degli oltre 40 anni vissuti da docente e da fine studioso di tematiche oggi attuali quali quelle del risparmio energetico (con brevetti appositi) e del basso impatto sulla comunità guardando anche al domani.

Quali sono i tre grandi attori coinvolti in questo tipo di processo?

“Sostanzialmente – ha proseguito il presidente di Terra Mia Italia – sempre gli stessi ovvero la produzione, le famiglie e i cittadini consumatori, e il primo interlocutore ovvero la Grande Distribuzione organizzata (la GDO) o la Grande Distribuzione. Sottolineo a tal proposito tre aspetti diversi. Il primo è legato al fatto che oggi il mondo agricolo e produttivo si sta dotando di sistemi altamente tecnologici e innovativi. In primo piano c’è la nostra esigenza di farci conoscere sia in Italia che all’estero, come produttori. Il secondo si lega ai protagonisti che chiameremo “ConsumAttori” (i veri attori del processo di consumo e di acquisto), categoria più informata e quella maggiormente alla ricerca di dati certi, la prima nell’apprezzare la serietà e l’umanizzazione del commercio, la prima a richiedere la giusta percezione del valore di acquisto. Torniamo alla Grande Distribuzione e alla GDO. Ci siamo accorti che in Italia la Grande Distribuzione Organizzata non si è dotata di prodotti certificati in Blockchain. All’estero invece questa è una prassi consolidata. La differenza culturale tra la produzione e la GDO genera problematiche di linguaggio e di diffusione delle informazioni per le famiglie. A tale problematica culturale si aggiunge il sistema della formulazione del prezzo di vendita che ad oggi tutti i produttori e le nostre aziende di settore non considerano in linea con il prezzo di acquisto. Il costo di un prodotto dalla campagna al consumatore finale subisce un incremento del 60 – 70%.

Oggi ciò è diventato insostenibile al punto che le referenze presenti sugli scaffali della GDO sono soggette ad una diminuzione delle vendite che aggrava notevolmente le eccedenze di prodotto.
La soluzione a questa brutta pratica è un nuovo grande accordo tra la produzione e la GDO italiana. Questo consentirà al consumatore finale di acquistare prodotti in linea con il suo potere d’acquisto e i rigidi principi della qualità certificata. Il tempo è praticamente scaduto. Il mondo della produzione italiana si troverà a dover compiere scelte radicali, su tutte la nascita e la creazione di punti vendita diretti che consentiranno ai cittadini di acquistare un prodotto senza intermediazioni commerciali alcune. La produzione italiana si riapproprierà del rapporto diretto con i “ConsumAttori” garantendo e documentando tutti i processi di formulazione del prezzo di vendita da quello d’acquisto.

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