TERREMERSE, CRESCE IL VALORE DELLE PRODUZIONI. BASTONI: “DIAMO GARANZIE AI PRODUTTORI”

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Nuovi investimenti per ampliare le superfici coltivate e la base sociale. Terremerse guarda al 2025 con fiducia, dopo due anni di crescita. “Il valore della produzione commercializzata è passato da 100 a 135 milioni di euro per quanto riguarda il nostro comparto ortofrutticolo”, spiega Ilenio Bastoni (nella foto), direttore dell’OP Ortofrutta della cooperativa agroalimentare emiliano romagnola.

È proprio sul significato al concetto chiave di “valore” che ruota l’attività di Terremerse: “È fondamentale per noi garantire valore ai nostri produttori. Per produzioni come pomodoro e patate da industria, nocciolo e mandorlo, si riescono ad ottenere produzioni lorde vendibili, per l’agricoltore che oscillano tra gli 8 e i 15 mila euro per ettari”, afferma Bastoni. “Sono valori interessanti, specialmente in un contesto incerto come quello di oggi, tra cambiamenti climatici, questione sugli agrofarmaci, costi logistici e antro ancora, dove gli agricoltori sono poco propensi ad effettuare investimenti importanti, specie nel lungo periodo”. L’esempio del tracollo produttivo delle pere insegna.

“La maggior parte dei nostri progetti, invece, si fonda sul fatto che siamo in grado di garantire il valore alle produzioni dei soci, come per esempio con il pomodoro e le patate, con cui si stipulano contratti con prezzi fissati. Questo comporta rischi di mercato ridotti ai minimi”, chiarisce il manager di Terremerse. “Si tratta di elementi vincenti e apprezzati, che creano fiducia, creano appunto valore e spingono alla crescita”.

L’attività della cooperativa per i prossimi mesi, e non solo, sarà incentrata anche sullo sviluppo ulteriori delle aree e su un progressivo aumento dei soci. Non mancano poi progetti ad hoc su prodotti specifici e nicchie. Un esempio è il pomodoro da industria: “Un terzo delle aree è dedicato a programmi speciali in grado di garantire un valore aggiunto alle produzioni, attraverso segmentazioni che facciano uscire l’ortaggio da prodotto commodity e dalla massa. Siamo in grado di ottenere ciò grazie a specifici contratti con la parte industriale”.

Un altro fiore all’occhiello del gruppo è il “Progetto Nocciolo”, avviato con Ferrero, con l’obiettivo di creare la prima filiera di qualità, tracciabile e 100% italiana di nocciolo, nelle regioni maggiormente vocate per questa coltura: Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Veneto. Un’ulteriore opportunità, per l’imprenditore agricolo, come spiega Terremerse, perché permette al produttore di aderire a un contratto di coltivazione pluriennale, che offre stabilità e sicurezza del reddito nel tempo, riducendo i rischi della volatilità dei prezzi.

“Sta performando molto bene – dichiara Bastoni – anche grazie a nuove varietà che rendono più facile la gestione dal punto di vista agronomico. A ciò si aggiunge il tema dell’innovazione, fondamentale in tutti i progetti, specialmente in questi periodi alle prese con importanti cambi climatici, da affrontare con piante più forti e resistenti”.

Emanuele Zanini

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