Il Kenya si candida ad essere un mercato di sbocco per le drupacee italiane. Ce lo rivela in esclusiva per il Corriere Ortofrutticolo, Suresh Kerai (nella foto a sinistra), direttore della South Lemon Ltd di Nairobi che, già dalla prossima campagna 2020, potrebbe iniziare ad importare i primi container di prodotto.
“Abbiamo una finestra temporale in cui manca completamente questo genere di prodotto – ci spiega Kerai – che va da maggio ad ottobre. Sono tre quattro mesi in cui attualmente la domanda rimate insoddisfatta. In questo periodo, infatti, non si trova più prodotto dal Sudafrica che è il nostro principale fornitore in controstagione, sicché stiamo cercando approvvigionamento dall’Italia che ha una lunga tradizione in questo tipo di coltivazioni. Trattandosi di un prodotto molto delicato, stiamo valutando con i produttori che abbiamo incontrato a The Rome Table, quali siano le migliori condizioni di trasporto che dovrà avvenire comunque via area”.
Il target dei consumatori a cui si rivolge questo mercato, è medio alto, soprattutto concentrato nelle grandi città come Nairobi o Mombasa dove c’è una classe media emergente che ha un potere di acquisto via via maggiore.
“In questo senso l’export verso il Kenya – precisa Keri – è un’operazione che può rivelarsi redditizia per i produttori italiani considerato che possiamo immaginare di vendere una cassa da tre chili di pesche anche a 5 euro, dai quali naturalmente va sottratto l’euro e mezzo necessario per ogni chilo di prodotto trasportato via aerea”.
Mariangela Latella