Un documento che riunisce l’intera filiera del pomodoro, per garantire l’occupazione, un giusto reddito per i produttori agricoli, la massima tutela dell’ambiente, la salvaguardia delle acque e il corretto smaltimento dei rifiuti e un prodotto di qualità, interamente lavorato in Toscana. E’ quanto prevede il protocollo d’intesa per la lavorazione del pomodoro da industria firmato ieri a Firenze.
A sottoscriverlo, tra gli altri, anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Sono 12 i soggetti coinvolti: tre enti pubblici (Regione, Provincia di Livorno e Comune di Campiglia Marittima), un’azienda privata (la Italian Food del gruppo Petti, industria internazionale di conserve alimentari, che in Toscana ha sede a Venturina), le aziende dell’acqua e quella dei rifiuti, le organizzazioni professionali agricole, le centrali cooperative e un’associazione locale di produttori.
“Con questo protocollo andiamo a garantire la presenza sul territorio di un’azienda leader della trasformazione del pomodoro da industria – ha spiegato l’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori (nella foto), riferendosi alla Italian Food – e avviamo in maniera decisa il tema della filiera del pomodoro che non riguarda solo questa azienda, ma anche altre 5 aziende presenti in Toscana con le quali stiamo costruendo in parallelo un accordo per quanto riguarda il prezzo del pomodoro da industria”.
In Toscana, nel 2011, la superficie coltivata a pomodoro da industria è stata di oltre 2.600 ettari, con 230 aziende agricole coinvolte. La produzione è di circa 200 mila tonnellate annue, di cui oltre il 3% è rappresentato da produzione biologica. L’attuale stabilimento di Venturina di Italian Food, è stato spiegato, occupa un’area di circa 34 mila metri quadri di cui circa 8 mila coperti e impiega stabilmente 100 dipendenti e altri 220 come stagionali.
Il previsto nuovo progetto di Italian Food, invece, riguarda un’area di circa 89 mila metri quadrati in località Campo alla Croce, che sarà realizzato insieme alla riqualificazione urbanistica dell’area attuale a Venturina (per la quale è già prevista la trasformazione ad edilizia residenziale con una quota riservata a finalità sociali). Il progetto sarà presentato entro il dicembre del 2014, prevede un investimento di 60 milioni e consentirà di espandere l’occupazione a un totale di 500 addetti.
Per assicurare gli interventi necessari alla realizzazione del nuovo stabilimento Italian Food di Campo alla Croce ciascuno dei 12 soggetti firmatari assume una serie di impegni. L’azienda, ad esempio, tra i vari impegni assume anche quelli in relazione al trattamento di acque reflue e scarti delle lavorazione. (fonte: Ansa)