In Turchia mentre le esportazioni di frutta sono aumentate del 33% in quantità e del 65% in valore e l’export di ortaggi rispettivamente del 2 e del 9%, le esportazioni di agrumi sono diminuite del 32% in quantità e del 28% a valore, confermando un inizio di stagione più tardivo.
La frutta rappresenta la maggior parte delle esportazioni di prodotti freschi (64%), con l’uva in testa e i fichi al secondo posto. Il limone è terzo – malgrado tutto – con il 38% in meno di esportazioni rispetto a settembre 2016. I pomodori, in quarta posizione, hanno visto aumentare le esportazioni del 48% in quantità, ma solo del 4% in valore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Dando un’occhiata ai principali Paesi importatori, la Russia è tornata al primo posto, con circa un terzo delle esportazioni totali, calcolate complessivamente, e quintuplicando le esportazioni rispetto al settembre 2016. Questo aumento si può spiegare con l’autorizzazione alle importazioni di uva turca. Segue la Germania segue, l’Arabia Saudita è terza e l’Iraq è al quarto posto.
Da notare ancora una volta l’enorme aumento delle importazioni del Qatar, anche se rappresentano soltanto l’1% delle esportazioni totali della Turchia.
Il 40% delle esportazioni di verdura (in quantità) è stato inviato in Arabia Saudita, il 6% in Germania, l’11% in Israele e il 14% in Siria.
Il 27% delle esportazioni di agrumi è stato inviato in Russia, l’8% in Polonia e il 15% in Iraq. Da rilevare, il quarto posto dell’Indonesia.