UE, SALVI LANCIA L’SOS: “SIAMO AD UN PUNTO DI NON RITORNO. PRODUZIONI A RISCHIO”

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“Siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Abbiamo i giorni contati. O riusciamo a intervenire e cambiamo marcia in maniera definitiva altrimenti di questo passo rischiamo di compromettere buona parte delle produzioni italiane ed europee”.

A lanciare forte e chiaro il grido d’allarme è Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, che critica l’Unione Europa sulla gestione delle retrizioni imposte sull’utilizzo dei fitofarmaci. “Le produzioni frutticole in Italia stanno calando drasticamente. Diminuiscono sia le superfici che le rese produttive per ettaro. Fattori dovuti in parte, minoritaria, ai cambiamenti climatici ma soprattutto a causa delle strategie dell’UE, definite attraverso il Green Deal, che in questi anni ha spinto in maniera troppo pesante nella direzione di riduzione dell’utilizzo di agrofarmaci”, spiega Salvi. “In trent’anni siamo passati da mille molecole a trecento consentite. Il tutto senza un’alternativa. Siamo tutti d’accordo nel cercare di essere più sostenibili ma serve offrire alle imprese metodi alternativi. È poi anche una questione di tempistiche: nel momento in cui si toglie un principio attivo, come fanno le aziende ad adeguarsi in sei mesi?”, si chiede il presidente di Fruitimprese, riferendosi per esempio ai casi delle mele (vedi l’Acetamiprid) e del kiwi. “Se si decide di andare verso l’eliminazione progressiva di principi attivi è indispensabile fornire alla produzione un’alternativa vera e tempistiche ragionevoli”, ribadisce con forza l’imprenditore ferrarese.

Michele Giordano e Marco Salvi a Fruit Logistica

“Non c’è reciprocità con i Paesi terzi”

Salvi sottolinea inoltre come ci siano due pesi e due misure con i Paesi terzi extracomunitari. “Non c’è reciprocità, questo è inaccettabile. Se l’Europa chiede alla produzione europea di operare in un certo modo, lo stesso deve pretendere dalle nazioni extra UE, che invece vengono trattati meglio che quelli comunitari, in maniera incomprensibile e inaccettabile”.

Produzione di pere e kiwi in drammatico calo. “L’UE cambi le proprie linee guida”

Il presidente di Fruitimprese ricorda come in 9 anni si sia perso l’80% della produzione di pere e due terzi di quella di kiwi. “Questo soprattutto perché ci mancano gli strumenti per difendere le piante e la frutta dagli attacchi di parassiti e funghi che sono tornati a popolare e impadronirsi dei frutteti. Torno a sottolineare come le linee guida comunitarie vadano cambiate nella sostanza e nelle tempistiche”.

A questo si aggiungono le difficoltà agronomiche nel gestire i cambiamenti climatici con sempre meno ore di freddo durante i periodi invernali che non consentono di avere fioriture regolari e la questione della gestione dell’acqua, bene sempre più prezioso, “su cui sarebbe necessario un approccio diverso e più deciso”.

Il ministero dell’Agricoltura, afferma Salvi, è consapevole dei problemi che il settore ha di fronte: “Il ministro Francesco Lollobrigida conosce le problematiche e le battaglie che stiamo portando avanti. Abbiamo nel Masaf un valido interlocutore. Fa paura invece l’approccio dell’Unione Europea. L’Italia dovrebbe collaborare di più con le imprese a livello anche di ministero della Salute. È necessario comprendere che non possiamo penalizzare solo il nostro Paese quando sui residui sul prodotto l’EFSA certicifica che il 99,7% dei prodotti italiani è a norma di legge e il 52% è a residuo zero”, conclude Salvi. “Smettiamola di parlare con la pancia e mettiamo sul tavolo elementi oggettivi facendo parlare la scienza e non le chiacchiere. Serve spingere sulla ricerca”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

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