di Emanuele Zanini
Stagione in chiusura anticipata, e di molto, per l’uva siciliana con un bilancio positivo grazie a buone vendite e qualità elevata, nonostante un importante calo produttivo. È questo in estrema sintesi l’analisi sull’annata da parte di Salvatore Consoli (nella foto), dell’OP Opens di Mazzarrone (Catania) e già Protagonista del Corriere Ortofrutticolo.
“La partenza difficile a causa del clima, con piogge tra maggio e giugno, è stata compensata da una seconda parte molto positiva dal punto di vista commerciale”, premette l’imprenditore siciliano. “Tuttavia le rese sono state molto basse con volumi in calo, in una forbice tra il 25 e il 35%, con picchi che hanno superato il 40%. Le rese in netta diminuzione sono state causate dal clima dei mesi passati, a partire già dall’inverno scorso, molto mite, e dal maltempo di febbraio con pioggia e vento e la successiva diffusione della peronospora. Dal 13 giugno in poi, invece, non abbiamo più avuto nemmeno una goccia d’acqua (e ora abbiamo giornate con temperature estive a 27 gradi), la qualità è aumentata e le vendite, specialmente in quest’ultimo periodo, sono decollate, con prezzi molto buoni”.
Le condizioni meteorologiche hanno comunque influenzato anche il calendario produttivo: “A Mazzarrone la stagione è finita già a metà ottobre, con un mese e mezzo d’anticipo rispetto alla media. Lo stesso dicasi per la zona di Canicattì, dove finiremo al 15 novembre, sebbene di solito si arriva fino a Natale”, afferma Consoli. “Nonostante la chiusura anticipata, l’annata favorevole ha creato nuova fiducia nel comparto con prezzi molto sostenuti, dopo anni difficili in cui più di qualche produttore ha pensato di abbandonare le coltivazioni. Ora si guarda con più ottimismo al futuro”.
Per Consoli sulle uve seedless il trend continua ad essere positivo, con una riconferma del prodotto tradizionale con seme, “che nel passato ha avuto problemi di qualità”.
Nuovi investimenti sulle uve seedless
“Il mercato sta tirando su tutte le tipologie, specialmente sulle rosse”, afferma l’amministratore di Opens, azienda che esporta l’80% del prodotto, specialmente in Svizzera, Germania e Francia, da dove sono aumentate le richieste le uve senza semi. Il biologico, che per l’azienda rappresenta il 35%, è regolare. Per Opens l’uva da tavola vale il 70% del giro d’affari, seguita da limone di Siracusa (20%) e pomodoro di Pachino (10%).
“Per il 2024 – annuncia Consoli – nell’area di Mazzarrone cresceranno gli areali di uve senza semi, su cui anche noi come Opens stiamo investendo: abbiamo in conversione un altro 30% della produzione di uva”.
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