Si chiama The Circle ed è un’azienda destinata a diventare tra i più grandi player italiani di vertical farming, che produce con coltivazione acquaponica in un’ottica di economia circolare ricavando, ad esempio, fertilizzante (azoto) dagli scarti dell’allevamento dei pesci e riutilizzando l’acqua degli impianti su più cicli produttivi.
The Circle nasce a Roma, come start up, nel 2017 grazie alla collaborazione tra quattro giovani manager-cervelloni: Valerio Ciotola, il CEO; Simone Ciofini, CTO; Thomas Marino, CMO e Lorenzo Garreffa, CPO.
In soli cinque anni, con un primo impianto di soli 2.500 mq rifornisce 130 ristoranti di cui oltre un terzo stellati (come il ristorante di Cracco a Portofino) e tre store di un’associato Conad su Roma.
Ha in cantiere un piano di sviluppo che partirà dopo la chiusura, entro il 2022, di un round finanziario aperto da 5,5 milioni di euro, al quale aderiscono fondi di investimento tutti privati: servirà a creare altri due mega poli di vertical farming dedicati alle baby leaf da un ettaro ciascuno; nasceranno inoltre un secondo impianto romano ed un terzo a Milano per arrivare ad avere complessivamente tre ettari in produzione nel breve periodo.
“Attualmente abbiamo un round aperto – ci spiega Thomas Marino, chief marketing officer dell’azienda – e pensiamo di fare entrare un paio di fondi di investimento tutti privati. L’anno scorso abbiamo fatto un aumento di capitale in cui è entrato con una quota di minoranza un associato Conad che ha tredici negozi su Roma. Non escludiamo che la GDO, in generale, possa sviluppare interesse ad operazioni finanziarie: non solo con partecipazioni alle quote societarie delle nuove start up di vertical farming ma anche con operazioni più meramente finanziarie, ad esempio delle joint venture tra catene di distribuzione e catene di produttori. Sono operazioni molto diffuse all’estero, soprattutto, ad esempio, negli Emirati Arabi Uniti o anche negli USA. Penso che possa essere un modello utile, e ci stiamo lavorando in questa fase congiunturale in cui i distributori, e in genere tutti gli operatori di mercato, vedono i loro margini di guadagno assottigliarsi sempre di più”.
Se fino ad oggi The Circle, che orbita in area CIA Agricoltori Italiani, è arrivato a rifornire 130 ristoranti con un balzo da circa 35 in pre-pandemia a 130 nel 2021 con la ricapitalizzazione dell’anno scorso, adesso l’obiettivo è la grande distribuzione con le baby leaf (tutte ultra innovative come l’amaranto azteco, cultivar inesistente sugli scaffali dei supermercati) che però propone trasformate per gli scaffali ambient.
“Per la GDO, fino ad oggi abbiamo sviluppato – afferma Marino – una linea a marchio ‘The Circle’ composta da tre pesti, alla rucola, al basilico ed uno che chiamiamo ‘oriental’ per le varietà di baby leaf che contiene e perché è un po’ più speziato; due oli aromatizzati, uno alle erbe ed uno al basilico e dei sali aromatizzati per massaggiare carni e pesci. Li distribuiamo su tre store Conad di Roma ma puntiamo a crescere. Cerchiamo sempre delle varietà particolari anche per soddisfare la nostra clientela di chef, sia stellati che non, che richiedono sempre prodotti particolari e ricercati. In pratica, fungiamo da una sorta di centro di ricerca per i ristoranti”.
La spinta innovativa ha permesso all’azienda di vincere tre bandi Horizon in quattro anni di attività con i quali ha attivato collaborazioni con diverse realtà del mondo della ricerca europee con l’obiettivo di sviluppare nuove tecnologie legate, ad esempio, al monitoraggio dell’acqua di coltivazione. Tra questi, si distinguono i progetti Somiro e Halo.
Mariangela Latella
Nella foto di apertura, da sinistra: Ciotola, Marino, Ciofini e Garreffa
(fonte: Freshcutnews.it)