Con l’adozione del Decreto del Ministero dell’ambiente della tutela del territorio e del mare che autorizza l’immissione in deroga di Trissolcus japonicus (vespa samurai), quale agente di controllo biologico della cimice asiatica, nelle regioni e province che ne avevano fatto formale istanza si dà avvio di fatto ai lanci del parassitoide. In Trentino avverranno ad opera della Fondazione Edmund Mach già la prossima settimana.
I rilasci della vespa samurai per contrastare la cimice asiatica partiranno nei prossimi giorni in oltre 40 siti trentini. Si tratta di un totale di 12.000 femmine, ovvero 100 femmine per ogni sito, che saranno immesse nell’ambiente naturale per tre volte a distanza di 20 giorni l’una dall’altra. Un’operazione preparata nel dettaglio dal gruppo di lavoro della Fondazione Edmund Mach da anni in prima linea per affrontare questa emergenza e che ora grazie all’apertura normativa che consente l’uso dei parassitoidi intravvede un concreto inizio, anche se per raggiungere una situazione di equilibrio ci vorrà qualche anno.
Gli ambienti identificati sono aree caratterizzate dalla presenza di colture agrarie (frutteti), margini boschivi e a ridotto input chimico che permetteranno alla specie antagonista di insediarsi nel territorio. I punti sono stati distribuiti in tutte le zone a maggior presenza della cimice asiatica, cercando di garantire rilasci in Val di Non, Piana Rotaliana, Val di Cembra, Val d’Adige, Valsugana, Vallagarina, Alto Garda e Valle Laghi.
L’attività di rilascio, che durerà un paio di mesi si inserisce nell’ambito dello specifico progetto per la lotta biologica SWAT, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, e che vede la collaborazione del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (UniTrento-FEM) che ha previsto nelle settimane scorse l’allevamento del Trissolcus japonicus specializzato nel parassitizzare le uova di cimice.
“I lanci verranno effettuati in concomitanza con il picco della deposizione delle uova da parte della cimice asiatica quindi nei mesi di giugno-luglio in modo da massimizzare il successo dell’operazione” spiegano i ricercatori e tecnici della FEM, i quali assicurano che la vespina, che si riproduce a spese del suo ospite deponendo le proprie uova all’interno delle uova della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l’uomo e per gli altri organismi. Per allevare la vespina è stato necessario raccogliere migliaia di esemplari di cimice asiatica e grazie alla collaborazione della cittadinanza il piano di raccolta ha portato a circa 20 mila esemplari che hanno già prodotto oltre 2100 ovature, di cui circa il 90% è idoneo per l’allevamento.
Online un sito tutto dedicato alla lotta contro la cimice asiatica
Per fornire ai cittadini informazioni precise e aggiornate sugli sviluppi della lotta biologica in provincia di Trento nei confronti della cimice asiatica e di altre specie aliene invasive tramite rilasci della vespina samurai ed altri antagonisti esotici è stato creato un sito web dedicato (httpss://lottabiologica.fmach.