Il Consorzio “Dolce Passione”, guarda all’ambiente con un doppio progetto: un Protocollo tecnico con Novamont per implementare l’uso di bioplastiche biodegradabili; l’adozione di un Disciplinare agronomico per la riduzione dell’impatto ambientale messo a punto dagli agronomi del Consorzio per lotta biologica e l’impiego di biostimolanti per ridurre l’uso di pesticidi.
I due progetti riguardanti il cocomero a buccia nera, l’unico esclusivamente made in Italy, sono stati illustrati nel corso di Macfrut. L’incontro, moderato dalla giornalista Ada Parisi di Askanews, ha visto il saluto del Presidente del Consorzio Roberto Castello e l’intervento del Direttore Luciano Trentini.
Monica Suragni e Riccardo Vaccaro, rappresentantiìe di Novamont, hanno illustrato il Protocollo per lo sviluppo di plastiche biodegradabili, mentre Ferruccio Petrarchin, tecnico del Consorzio, ha presentato il Disciplinare per favorire le tecniche a basso impatto ambientale. La chiusura è stata affidata a Sandro Colombi che ha presentato il progetto di miglioramento genetico del seme.
Ricordiamo che il Consorzio Dolce Passione è un sodalizio composto dai soci Ortofrutta Castello, Alma Seges, Gruppo Cico-Mazzoni e Lorenzini Naturamica.
Luciano Trentini, Direttore del Consorzio, ha tracciato lo stato dell’arte, indicando le linee di indirizzo del Consorzio. “Qualitativamente – spiega Luciano Trentini – il cocomero a buccia nera Dolce Passione si conferma come uno dei migliori sul mercato. Esportiamo il 40% all’estero, l’obiettivo che ci prefiggiamo è il raggiungimento del 50%. Per quanto riguarda l’area di coltivazione quest’anno siamo intorno ai 400 ettari (+10% rispetto alla campagna 2024). Il mercato e i consumatori richiedono sempre di più una riduzione dell’uso di pesticidi e un cambio di prospettiva verso l’impiego delle plastiche, sempre più biodegradabili. Il nostro impegno va esattamente in questa direzione. Altra tendenza che abbiamo intercettato è un interesse crescente verso la monoporzione, la porzione giusta per una persona, ci attiveremo per creare un cocomero da 1 kg giusto per una persona”.
La previsione di produzione per il 2025 si attesterà tra le 22 e 25mila tonnellate di anguria buccia nera da commercializzare in Italia e all’estero. Per quanto riguarda la superficie che si prevede di coltivare, la forbice va dai 360-400 ettari, con un aumento programmato rispetto alla campagna 2024 dell’8-10%. Le tecniche agronomiche utilizzate per le coltivazioni comprendono quelle in serra, semiforzate e in pieno campo. Grande attenzione sarà rivolta al mercato estero il cui obiettivo è esportare circa il 50% della produzione.
Trentini ha anche presentato la situazione di produzione e mercato del cocomero nel più generale quadro nazionale. Il frutto per eccellenza dell’estate, come è sempre stato definito il cocomero, registra un incremento della superfice a 13.200 ettari per una produzione di 6.215.683 quintali. Negli ultimi tre anni la superficie in pieno campo è aumentata del + 23.5%. Le Regioni italiane in cui si coltiva maggiormente la cucurbitacea sono la Puglia (2.923.800 q); il Lazio (1.120.000 q) e Lombardia (709.232 q) e Campania (642,000 q).
A chiusura dell’incontro lo chef Mauro Spadoni ha proposto una speciale degustazione a base di anguria Dolce Passione.