La crisi del Mar Rosso, non ancora risolta, continua a influenzare in maniera determinante i rapporti commerciali tra Europa e India. Il Paese asiatico potenzialmente rimane uno degli sbocchi più interessanti e strategici per il Vecchio Continente, Italia compresa. Tuttavia le condizioni geopolitiche e logistiche attuali penalizzano i rapporti commerciali tra Vecchio continente e Nuova Delhi.
Attraversare il Canale di Suez è ancora oggi molto rischioso, a tal punto che i traffici container sono ben al di sotto della media (-17% di traffico navale nel primo trimestre 2025) e molti operatori preferiscono ancora deviare gli itinerari passando da Capo di Buona Speranza, in Sudafrica. Di fatto ciò comporta un raddoppio del “transit time”, che da 25 passa a 50 giorni circa.
“Il mercato indiano ha “fame” di prodotto europeo, compreso quello italiano”, premette Nicola Zanotelli (nella foto), agente e consulente ortofrutticolo, responsabile acquisti in Europa di IG International. “Tuttavia la crisi del Mar Rosso continua a creare non poche problematiche. Ad ogni modo il mercato continua a performare bene con i prodotti con lunga shelf life, in grado di viaggiare per una cinquantina di giorni. Se si tornerà a poter transitare in sicurezza lungo il Canale di Suez, con viaggi di tre settimane, le possibilità di esportazione aumenteranno in maniera considerevole, con un ampliamento della gamma di prodotti disponibili per l’export. Le referenze di fascia premium sono le più appetibili”, aggiunge il manager trentino. “Su produzioni di massa, invece, i Paesi limitrofi all’India non permettono all’Europa di competere in termini di prezzo”.

Riguardo ai prodotti, le mele rimangono il frutto con maggiori prospettive sul mercato indiano, nonostante le difficoltà geopolitiche appena descritte. “A livello varietale le tipologie rosse sono le favorite dai consumatori indiani, a partire da Gala e Stark, con volumi significativi. Anche le varietà club stanno prendendo piede. Tuttavia la questione prezzo è decisiva”, osserva Zanotelli. “Le quotazioni proposte dal mercato europeo sono eccessive seppur condizionate dalle lunghe percorrenze e dai costi aumentati. I prezzi più bassi proposti da altri Paesi produttori extra europei al momento non consente al Vecchio Continente, Italia compresa, di essere competitiva. Se il Canale di Suez tornerà ad essere percorribile in sicurezza, tuttavia, le cose potrebbero cambiare. L’India rimane un mercato davvero enorme che in futuro potrà fare la differenza”.
Emanuele Zanini