Il Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) con a capo il ministro Francesco Lollobrigida ha finalmente approvato l’IGP Bergamotto di Reggio Calabria e il relativo disciplinare di produzione dopo due anni e mezzo di istruttoria complessa e intensa.
“Con nota ministeriale del 12 dicembre 2023 alla Regione Calabria – Dipartimento Agricoltura si comunicava ufficialmente l’avvenuta approvazione del disciplinare e si richiedeva l’intesa per convocare la pubblica audizione. Una enorme soddisfazione per l’intero comparto agricolo e grande apprezzamento giunge da tutto il territorio dopo un’attesa di due anni, sei mesi e sette giorni esatti” afferma l’agronomo Rosario Previtera presidente del “Comitato promotore per il “Bergamotto di Reggio Calabria IGP e la sua tutela e valorizzazione” che annovera circa 300 operatori della filiera tra bergamotticoltori, trasformatori, associazioni. “E’ stato un iter che si è protratto più del dovuto per diversi motivi e di vario genere. Ma adesso è giusto festeggiare e proiettarsi sin da subito alle successive fasi amministrative e burocratiche previste dagli specifici regolamenti comunitari che intraprenderemo con la Regione Calabria. Attendiamo infatti la convocazione dell’assessore all’agricoltura Gianluca Gallo, al fine di coordinare insieme i tempi e i luoghi per la prossima tappa che consiste nella cosiddetta “audizione pubblica” o “riunione di pubblico accertamento”, nell’ottica della collaborazione e della concertazione che ha sempre caratterizzato il percorso di riconoscimento dell’IGP.
La domanda di riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta per il Bergamotto di Reggio Calabria fu presentata il 5 giugno 2021 in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente e in meno di un mese il Dipartimento agricoltura della Regione emanò il necessario parere favorevole che consentì l’avvio dell’iter ministeriale. Mi auguro che entro pochi mesi da oggi si riesca ad ottenere la cosiddetta “protezione nazionale transitoria” ovvero il riconoscimento e la possibilità di commercializzare il prodotto IGP entro i confini nazionali per poi passare successivamente al riconoscimento definitivo comunitario per come previsto dalla normativa europea. Sono fiducioso che nessuno si avvarrà del principio di “opposizione” al disciplinare, almeno in Italia: vorrebbe dire essere nemici del territorio e rimandare ancora di più la grande opportunità che oggi l’IGP offre a tutti i produttori, i quali finalmente si sganceranno dal giogo secolare del “prezzo dell’essenza” e potranno finalmente entrare nel mercato italiano e internazionale del fresco e dei derivati con un agrume identitario che finalmente si può fregiare di un marchio di qualità, ovvero l’IGP che è destinato proprio ai prodotti ortofrutticoli. Il disciplinare dell’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria” di fatto è stringente come un disciplinare DOP: prevede la produzione e la trasformazione del prodotto esclusivamente all’interno dell’area vocàta e si estende ai derivati dell’industria agroalimentare e del food. Abbiamo ampliato l’area di produzione fino a 50 comuni da Villa San Giovanni a Monasterace inserendo tutti quelli che precedentemente erano stati esclusi dal vecchio disciplinare dell’essenza di bergamotto di Reggio Calabria DOP che di fatto non è mai esistita. L’IGP finalmente tutelerà la filiera reggina da quelle produzioni bergamotticole che da alcuni anni sempre più si sono diffuse nelle altre province e regioni e che vengono immesse sul mercato a prezzi stracciati; e da questo punto di vista siamo in forte ritardo purtroppo. L’ottenimento dell’IGP è il risultato di un lavoro sinergico e molto articolato e con il senno di poi possiamo dire lungo e faticoso, soprattutto nel reperimento della bibliografia e delle evidenze documentali d’epoca per le quali ci sono stati di grande supporto tra gli altri il Museo del Bergamotto di Reggio Calabria con la sua ricca biblioteca tematica e gli archivi di varie associazioni e di produttori e famiglie storiche di produttori tra cui Francesco Crispo, il barone Francesco Macrì, Pierdomenico Lucisano, Ugo Sergi, Franco Romeo, Vittorio Caminitinonchè le pubblicazioni storiche e quelle tecniche ed economiche di autori reggini a partire dal 1800 e della nostra Università. Numerosi sono stati i privati che si sono prodigati ad offrire documenti interessanti e reperti utili che certamente faranno parte di una specifica prossima pubblicazione. Voglio rivolgere un pensiero a due pionieri del settore che hanno contribuito fortemente alla conoscenza del Bergamotto in Italia, che hanno aderito e contribuito al nostro progetto iniziale e che sono prematuramente scomparsi e che oggi avrebbero certamente festeggiato con noi: Arturo Pratticò e Antonino Autolitano. L’IGP Bergamotto di Reggio Calabria accrescerà il palmarès dei prodotti a marchio di qualità sia italiano che regionale; l’assessorato regionale all’agricoltura ha incrementato infatti tale elenco di prodotti nell’ultimo biennio con grande successo. Oggi la Calabria conta ben 21 prodotti tra DOP e IGP ai quali vanno aggiunti i vini DOC e IGT. Al di la dell’ottenimento dell’IGP il nostro comitato, che si trasformerà come previsto dalla normativa in specifico Consorzio di tutela anche secondo i nuovi dettami del nuovissimo regolamento comunitario sulle Indicazioni Geografiche, sta già lavorando ad alcuni progetti di valorizzazione del sistema prodotto-territorio che coinvolgerà la filiera, i comuni ed il turismo esperienziale con un occhio alla sostenibilità e soprattutto alla promozione per un mercato tutto da scoprire e a salvaguardia dei produttori dalle crisi di settore e dalla concorrenza sleale”.
Elena Albertini esperta del settore, membro del direttivo di ORIGIN ITALIA l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche che riunisce i Consorzi di Tutela dei prodotti agroalimentari DOP IGP italiani e Vicepresidente del Consorzio di tutela dell’IGP “Arancia rossa di Sicilia” accoglie con grande favore l’approvazione ministeriale dell’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria”: “Sono felicissima della notizia dopo un iter che ha previsto fasi tecniche ed integrazioni di un certo rilievo e che prevede grande professionalità, visto quanto richiedono di soddisfare sia il Ministero che l’UE. In queste settimane il Regolamento comunitario per le Indicazioni Geografiche ovvero per le IGP e le DOP sta cambiando e punterà ad una maggiore semplificazione ma anche ad una ulteriore tutela e ad una migliore tracciabilità e i Consorzi avranno un ruolo ancora più significativo sui controlli e sulla trasparenza contro le frodi e i danni all’immagine dei prodotti di qualità. Esprimo un grande augurio e un benvenuto all’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria” nonché ai numerosi bergamotticoltori che ho avuto il piacere di conoscere in un territorio dalle tradizioni e dal paesaggio straordinario”.
Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro-PMI ribadisce come “l’IGP Bergamotto di Reggio Calabria porterà investimenti e sviluppo, nuova occupazione al Mezzogiorno e l’ambizione di un importante ritorno in termini economici e di visibilità. È stato un lungo iter burocratico, ma confidiamo si possa ora arrivare quanto prima al riconoscimento europeo di questa vera eccellenza del “made in Italy”, concetto per il quale collaboriamo sui vari tavoli ministeriali. Ringraziamo Ministero e Regione che hanno saputo ascoltare le istanze del Comitato Promotore e di Conflavoro comprendendo l’importanza dell’iniziativa”.
Tommaso Trunfio, giovane presidente della cooperativa bergamotticola “Bergamia” aderente all’OP Frujit, ha coinvolto in poco tempo più di duecento agricoltori con bergamotteti in biologico e in convenzionale coltivati in tutta la zona ionica e qualcuno in area tirrenica e sin dall’inizio ha creduto nel progetto IGP per il Bergamotto di Reggio Calabria: “E’ stato raggiunto un obiettivo importante per tutti gli agricoltori del comprensorio bergamotticolo che è identificabile in un vero e proprio Distretto del bergamotto provinciale con più di 1.500 ettari per 150 chilometri di costa e cinquanta comuni interessati. Il settore è di nuovo in crisi anche per i problemi climatici sempre più impattanti. Riuscire ad avere il marchio IGP sul nostro frutto e sui derivati, significherà spuntare prezzi maggiori sul mercato del fresco del nord Italia il quale richiede sempre più prodotto in quanto nutraceutico e salutistico. Ma soprattutto questo marchio finalmente ci tutelerà e ci difenderà dall’introduzione sempre più spinta di bergamotti che giungono insistentemente da un biennio da altre regioni del meridione con gravi danni per la nostra economia locale. Infine vogliamo essere liberi dalla storica e consolidata industria dell’essenza che oggi stabilisce dall’alto il prezzo del bergamotto fuori dalle logiche di libero mercato. Il marchio IGP ci consentirà di aff acciarci con rinnovato entusiasmo ai mercati nazionali e internazionali del frutto fresco e dei suoi trasformati”.