BOOM DI MANGO E AVOCADO, MA IN GERMANIA MERCATO A RISCHIO SATURAZIONE. IN COLOMBIA PRIMO CONGRESSO MONDIALE NEL 2019

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Boom di consumi di avocado e mango in Europa. Secondo i dati del mercato mondiale diffusi al primo Tropical fruit Congress tenutosi la settimana scorsa alla trentacinquesima edizione del Macfrut, dal 2007 al 2016 si è assistito ad un’impennata rispettivamente del 146% e del 56% di questi due prodotti. Ma in Germania, che è principale acquirente del vecchio continente, comincia già ad aleggiare il fantasma della saturazione del mercato.

Per questo, con riferimento all’avocado, che tra i due è il prodotto che cresce di più nel mercato Ue28, Emiliano Escobedo, amministratore delegato dell’Hass Avocado Board della California, ha annunciato proprio a Rimini, il lancio della prima edizione del World Avocado Congress che si terrà in Colombia dal 23 al 27 settembre 2019.

“La Colombia – ha precisato Escobedo durante il congresso – è uno dei produttori che si affaccia sul mercato con un grande potenziale di crescita. Abbiamo iniziato con i produttori locali un dialogo affinché nel nostro board sia rappresentato anche questo Paese. Contiamo di completare l’adesione entro l’anno per potere poi ospitare il primo congresso mondiale dell’avocado a Bogotà nel 2019”.

Nel 2016 il consumo europeo di avocado è mango si è assestato rispettivamente a 393mila e 316mila tonnellate.

La crescita più forte riguarda l’avocado che in dieci anni ha visto quasi triplicare il consumo Ue e che nel confronto tra il 2015 e 2016 è cresciuto del 30% contro un +9% del mango.

Una crescita che, secondo Urlich Spieckermann, amministratore delegato di Eurogroup, azienda buyer per il gruppo tedesco Rewe, porta con sé il rischio di saturazione del mercato, per lo meno in Germania. Per contro margini di crescita importanti si intravedono nell’Est Europa dove i prodotti esotici sono ancora poco diffusi e dove, fino ad ora arrivano soltanto tramite alcuni distributori della costa occidentale, in particolare olandesi e spagnoli.

Il rischio saturazione del mercato Ue dell’avocado, in assenza di un’adeguata politica globale di programmazione, è confermato dalle previsioni di espansione delle superfici dei principali produttori che, secondo l’Amap, l’Avocado marketing and promotion working group, sono di quasi 3mila ettari in più per il Messico, 2mila per il Perù, 1.800 per la Colombia, mille per il Sudafrica, 800 per Israele, 400 per il Kenya, 200 per il Brasile, 100 per il Cile e 90 per la Spagna.

In questo senso, è partita la gara tra i category manager per sviluppare adeguate campagne di promozione e differenziazione del prodotto. Come quella di Spreafico che, in Italia, ha da poco lanciato la linea di frutta esotica con il brand èSquisita.

Il 2017 ha segnato il record peruviano dell’export di mango con cifre mai raggiunte prima dal Paese: 83mila tonnellate solo quelle esportate in Europa. Il record è destinato a ripetersi nel 2018 e anche nel mercato statunitense dove nei soli mesi di gennaio e febbraio ha già esportato 35mila tonnellate superando il tradizionale fornitore americano, ossia il Messico, che è invece sempre più focalizzato sull’Europa dove è decisamente intenzionato a cavalcare la crescita e conquistarsi una posizione di leadership.

Se Perù (con 155mila tonnellate), Cile (98mila tons) e Israele (62mila tons) sono i primi tre esportatori di avocado in Europa, per il mango il ranking vede il Brasile al primo posto (104mila tonnellate), seguito dal Perù (83mila tons) e Costa d’Avorio (30mila tonnellate).

“Uno dei punti fondamentali su cui in National mango board sta lavorando – ha spiegato Carlos Crisosto, ricercatore dell’Università della California con base a Davis – è mantenere un’adeguata attenzione alle temperature di stoccaggio durante tutta la supply-chain. Le temperature di conservazione del mango variano da varietà a varietà. Ad esempio l’Ataulfo ed il Kent, più delicate, non dovrebbero mai stare sotto i 12° per non subire danni da raffreddamento, mentre per il Tommy Atkin ed il Keitt il limite è di 10°. Con l’avocado, per contro si possono raggiungere temperature più basse senza avere problemi. Per garantire le migliori tecniche di conservazione, i nostri laboratori stanno sviluppando nuove tecniche di controllo delle atmosfere per le fasi di preparazione al trasporto dell’avocado mentre abbiamo già individuato delle tabelle di temperatura per spedizioni che abbiano una durata inferiore ai sette giorni”.

La crescente attenzione del consumatore europeo alla qualità di questi prodotti sta facendo da volano per lo sviluppo di filiere locali, specie in Spagna (circa 10mila ettari di avocado 5mila di mango) e, in misura molto minore in Italia (circa 300 di avocado e 100 di mango), dove si coltiva sulla costa occidentale, tirrenica e ionica, della Sicilia con una stagionalità che, per l’avocado, va da ottobre a dicembre con la varietà Bacon, e da dicembre a luglio con l’Hass. Cresce, inoltre, a ritmo molto sostenuto, anche la produzione marocchina.

Se nei mercati spagnoli e portoghesi la cultivar di mango più diffusa è la Palmer, in Francia si preferisce Kent, in Uk e Germania spopolano Kent e Keitt mentre in Russia, Polonia, e Italia è ancora molto diffuso Tommy Atkins.

Volumi di mango in calo nel 2018 per il Sudafrica (-30%), per una questione di rotazione colturale mentre, per contro, la Spagna cresce al ritmo del +10% l’anno con l’obiettivo di arrivare a produrre 60mila tonnellate entro il 2021, soprattutto nella zona di Malaga dove si coltiva per l’80% la varietà Osteen sempre più apprezzata dai consumatori occidentali.

Mentre il mango deve fare i conti principalmente con le difficoltà legate al trasporto, il problema dell’avocado è quello della siccità che pone un limite oggettivo, anche se poco comunicato, al potenziale produttivo di tutti i Paesi interessati. Per ovviare a questo problema in Cile si stanno sviluppando nuove coltivazioni in serra per ottimizzare l’uso della risorsa idrica in collaborazione con i tecnici dell’Istituto nazionale di agricoltura.

Sempre a causa della siccità, in Sudafrica nel 2017 si è avuto una perdita di quasi 45mila tonnellate di avocado che si spera di recuperare nel 2018 anche per via della costante crescita di nuovi impianti (circa mille ettari in più all’anno) che fanno sì che questo produttore accresca sempre più la sua quota di mercato sia in Ue, dove adesso ha il 9,7% che in Usa e Cina.

Mariangela Latella

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