La Calabria è sottoutilizzata per la produzione di IV Gamma nonostante un potenziale produttivo notevole specie nella zona di Sibari e nella Sila che, secondo gli esperti, sarebbe perfetta per produrre alcune insalate tra cui la iceberg.

“Con gli attuali 100 ettari coltivati da una ventina di aziende in tutta la regione – ci spiega Paolo Pisani dell’omonima azienda agricola che da quattro anni si è avventurato nel settore del fresh-cut producendo prevalentemente nel Cosentino – la Calabria sfrutta il suo potenziale per questo settore, per meno del 5%”.

Questo vuol dire che in quest’area potrebbero essere operativi almeno 2mila ettari attualmente non coltivati.  La mancanza di economie di scala tiene i produttori locali fuori dai grandi circuiti logistici e distributivi che, per la IV Gamma, almeno fino ad oggi, si fermano, lungo l’asse nord-sud della penisola – alla Piana del Sele.

“Le grandi aziende – continua  Pisani – sono organizzate con grandi hub logistici collocati nella zona di Battipaglia. Per noi produttori calabresi, che pure conferiamo prodotto alle grandi multinazionali del settore, questo comporta che dobbiamo movimentare a nostro carico la merce fino in Campania con un aggravio di costi specie per la logisica che potrebbero essere abbattutti se ci organizzassimo”.

L’elevata intensità produttiva di serre di IV Gamma, nella piana del Sele, rende le nuove colture calabresi più appetibili anche per il minore  affaticamento del suolo. Tuttavia, conclude Pisani, “Serve un progetto di OP per mettere insieme le aziende locali che al momento lavorano in maniera individuale. Un progetto che preveda anche l’aspetto della trasformazione per sottrarsi al giogo del trasporto che incide in maniera vertiginosa sul produttore dal momento che, in buona sostanza, le foglie di lattuga non hanno peso e mettere insieme un carico è una vera e propria impresa”.

Mariangela Latella