CULTIVA, BOSCOLO: “VI RACCONTO L’AVVENTURA NEGLI STATES CON LE BABY LEAF”

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Il nuovo stabilimento americano di Cultiva per la produzione e lo stoccaggio di baby leaf, realizzato dalla partnership tra la filiale a stelle e strisce Cultiva Farms Usa e Taylor Farms, è stato inaugurato pochi giorni fa in Florida (leggi news). Un investimento da 10 milioni di dollari, frutto di un progetto innovativo realizzato in un territorio tradizionalmente non avvezzo alla coltivazione in serra, grazie a tecnologie e know how made in Italy. Ma come è stato possibile tutto questo in tempi tanto rapidi (meno di 2 anni per la realizzazione)? Da dove è nata l’idea? Il Corriere Ortofrutticolo lo ha chiesto a Giancarlo Boscolo (nella foto), presidente del Gruppo Cultiva, Protagonista del Corriere Ortofrutticolo, premiato nell’ultima edizione dei “Protagonisti” a Caserta (leggi news).

“L’idea è nata nel Vecchio Continente dalla necessità di garantire una sufficiente diversificazione del rischio al nostro partner inglese Bakkavor. L’accordo siglato che ci affida la fornitura completa dall’Italia del colosso britannico non assicurava un backup produttivo sufficiente. Si rendeva così necessaria una dislocazione negli States, dove la produzione trasmigra tra Arizona e California a seconda della stagione, sfruttando al meglio le condizioni climatiche senza utilizzare una copertura, garantendo l’approvvigionamento continuo del mercato interno oltre che un backup sicuro per l’azienda europea. Tuttavia i pesticidi utilizzati, vietati in Ue, avrebbero reso obbligatoria l’importazione di prodotto bio. È nel tentativo di ovviare a tale problema che cominciò a balenarci l’idea di produrre direttamente in loco implementando la nostra esperienza. L’interesse manifestato dal più grande produttore americano di frutta e verdura fresh-cut, Taylor Farms, ci ha confermato l’opportunità che avevamo”.

Un’occasione importante sia dal punto di vista del marketing, poiché produrre in Florida significa offrire una produzione local ai consumatori della East Coast, sia in termini di costi-opportunità per l’enorme vantaggio nella logistica e per la conservabilità della merce destinata ai supermercati della costa atlantica. “È così partito il ‘Progetto di produzione in serra sulla East Coast’ – continua Boscolo – e in poco più di un anno è diventato realtà. L’interesse suscitato tra la comunità è evidente, basti pensare al premio accordatoci spontaneamente dalla Contea, venuta fortuitamente a conoscenza del piano in occasione della nostra richiesta di rinnovo dei permessi per l’utilizzo delle acque sotterranee. Un riconoscimento di 250 mila dollari che, al di là del valore economico, ci ha dato tantissima visibilità tra i dirigenti dell’amministrazione locale e i professori universitari, che da allora appoggiano e sostengono concretamente il nostro lavoro”.

“Un altro vanto del progetto americano di Cultiva – sottolinea infine Boscolo – è l’uso di un macchinario innovativo per raccolta in campo, nato dalla collaborazione con la Raytec di Parma, che attraverso una selezionatrice ottica integrata permette di individuare già in fase di raccolta il 95% dei corpi estranei di dimensioni superiori al centimetro. Un’ulteriore forma di garanzia, utilizzata anche in Italia nei nostri impianti di Roma e Taglio di Po, che fa la differenza in un mercato come quello americano estremamente sensibile al tema della sicurezza alimentare”.

Chiara Brandi

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