“EPATITE A NELLE FRAGOLE PROVENIENTI DAL MAROCCO”: IN SPAGNA SCATTA L’ALLARME

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Presenza di epatite A in fragole provenienti dal Marocco“. E’ il messaggio presente sul portale dell’Ue Rasff (Rapid Alert System Feed and Food), diffuso dall’organizzazione agricola spagnola valenciana AVA-Asaja che lo definisce molto “grave” per il superamento del “livello massimo consentito (25 g) di questa sostanza e ipotizzando che potrebbe essere dovuto “all’irrigazione delle aziende agricole con acqua fecale”.

Secondo il resoconto della Junta de Andalucía, l’allarme epatite A è stato individuato in una partita di 1.500 chili di fragole importate dal Marocco, entrata ad Algeciras. Secondo la versione fornita alla Giunta dall’importatore, come riporta Valencia Fruits, le fragole erano state vendute, ma l’acquirente non le ha prese e sono andate a male, quindi non sono state distribuite ai consumatori.

Lo stesso presidente della Giunta, Juanma Moreno, ha spiegato che l’importatore ha assicurato di non averle immesse sul mercato, anche se “l’amministrazione regionale sta effettuando tutti i controlli necessari per confermare che non sono state distribuite e, soprattutto, che non sono state consumate”.

Moreno, nel suo resoconto, ha sottolineato che “Salud Exterior, che dipende dal Governo, ha analizzato le fragole al loro ingresso nel porto il 19 febbraio, ma la Giunta lo ha scoperto tardi perché ha ricevuto l’avviso nel pomeriggio di lunedì 4 marzo e in appena 24 ore ha individuato l’importatore” (anche se in nessun momento ha rivelato il nome dell’importatore o dell’azienda che aveva acquistato le fragole in Marocco).

Il ministro andaluso per l’Agricoltura, la Pesca, l’Acqua e lo Sviluppo Rurale, Carmen Crespo, ha intanto rivendicato “la necessità di rafforzare il personale ai punti di ispezione frontalieri nei porti e di effettuare controlli più esaustivi per i prodotti che entrano nei mercati internazionali”, e ha sottolineato che “è urgente stabilire clausole speculari per la commercializzazione con i Paesi terzi”. Crespo ha ribadito che “questa deve essere una massima del nostro Paese e del Governo spagnolo”, mentre ha chiesto che il Governo centrale “si occupi di questa storica richiesta del settore agricolo andaluso come una priorità”.

Allo stesso modo, dopo aver evidenziato la sostenibilità delle fragole e dei frutti rossi di Huelva, Crespo ha sottolineato la necessità di “un migliore funzionamento” della Legge sulla catena alimentare. “Sappiamo tutti che è complessa, ma dobbiamo prendere precauzioni estreme”, e ha concluso sottolineando che “gli accordi con i Paesi terzi devono essere esaminati con molta attenzione affinché in futuro siano fatti meglio e non diventino una concorrenza sleale per i nostri agricoltori”.

Da Bruxelles confermano: “le fragole affette da epatite non sono state consumate”

La Commissione europea ha sottolineato che le fragole marocchine affette da epatite A rilevate in un punto di ingresso in Spagna “non hanno raggiunto i consumatori” e ha quindi precisato che “un’azione rapida” contro questi prodotti non è necessaria nel resto dell’Unione europea, al di là del territorio spagnolo.

I sindacati hanno chiesto il blocco dell’import dal Marocco

Non appena è stato lanciato l’allarme, la COAG Andalusia ha emesso un comunicato per chiedere l’immediato blocco delle importazioni di fragole e altri prodotti freschi dal Marocco, a seguito dei “ripetuti allarmi sanitari” notificati nelle ultime settimane.

Questa nuova allerta sanitaria, secondo la COAG, si aggiunge ad altre 47 importazioni dal Marocco dello scorso anno, di cui 30 notificate dalla Spagna, e che “si ripetono continuamente e recentemente nel caso specifico delle fragole”, visto che lo scorso 14 febbraio è stata notificata la presenza di Norovirus GII in fragole provenienti dal Marocco, con un rischio “potenzialmente grave”.

Distribuite fragole di Huelva a Siviglia

L’Unione dei Piccoli Agricoltori (UPA), da parte sua, tre giorni dopo la notizia del rilevamento dell’epatite A nelle fragole provenienti dal Marocco, ha distribuito fragole di Huelva a Siviglia nell’ambito di una campagna per rivendicare la qualità dei frutti rossi di Huelva e per evidenziare il buon lavoro dei produttori della provincia.

Con lo slogan “Io mangio le fragole di Huelva”, questo atto simbolico si è svolto nel centro di Siviglia nell’ambito di una campagna lanciata dopo la notifica della presenza dell’epatite A nelle fragole provenienti dal Marocco.

Il vice segretario dell’UPA Andalusia, Francisco Moreno, ha spiegato che lo scopo di questa campagna è quello di “dimostrare che a Huelva esiste una fragola sana, sicura e sostenibile”.

Moreno ha ricordato che la città di Huelva è il principale produttore di fragole in Europa, generando più di 6.000 posti di lavoro nella provincia di Huelva e grande ricchezza per l’intera regione. Ha inoltre sottolineato che “la fragola di Huelva ha tutte le garanzie e i controlli necessari per il suo consumo” e ha definito il settore della fragola come un “settore moderno, efficiente e sostenibile”.

Nell’ambito della stessa campagna, l’UPA Andalusia ha invitato i consumatori a “cercare il codice 84 sull’etichetta che garantisce che il prodotto è stato prodotto in Spagna, oltre alla sua origine”.

Dopo il successo dell’attività a Siviglia, l’organizzazione ha deciso di fare un ulteriore passo avanti e organizzerà lo stesso evento il 12 marzo al Chilometro Zero della Puerta del Sol di Madrid per portare il messaggio della campagna a livello nazionale, distribuendo al pubblico più di 500 vaschette di fragole.

Allo stesso modo, dato che le fragole di Huelva rappresentano quasi il 100% della produzione spagnola di fragole e che hanno un chiaro “export oriented”, l’UPA-Andalusia farà un ulteriore passo avanti, portando il messaggio di un prodotto sano, sicuro e sostenibile originario di Huelva nel territorio europeo, realizzando un’attività simile il 4 aprile a Bruxelles alle porte della sede del Parlamento europeo.

Il Marocco nega il contagio

Due giorni dopo la conferma dell’allerta RASFF (Rapid Alert System Feed and Food), l’Ufficio nazionale marocchino per la sicurezza sanitaria (ONSSA) ha comunicato di non aver rilevato l’epatite A nei test effettuati sull’acqua di irrigazione e sulle fragole analizzate dal campo da cui proveniva il lotto di fragole risultato positivo alla malattia in un punto di ingresso in Spagna.

Secondo l’ONSSA, in seguito all’allarme sanitario, ha aperto un’inchiesta e ha svolto le indagini necessarie, che hanno portato all’identificazione del campo e dell’unità di confezionamento colpiti, nonché al rintracciamento della partita di fragole esportate.

L’agenzia marocchina ha dichiarato di aver prelevato diversi campioni di acqua di irrigazione e di fragole, sia presso l’unità di confezionamento che sul campo, per valutarne la qualità e identificare eventuali rischi per la salute.

Dopo aver analizzato questi campioni, l’ONSSA ha confermato che i test dell’epatite A e del Novovirus erano “negativi” e che “non è stata rilevata alcuna contaminazione dell’acqua di irrigazione”. Inoltre, ha aggiunto che “i lavoratori agricoli sono soggetti a uno stretto monitoraggio per garantire la sicurezza sanitaria”.

Infine, l’ONSSA ha chiarito che il lotto di fragole in questione era destinato all’esportazione e non al mercato locale.

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