“La crescita del Paese passa necessariamente dal rafforzamento della promozione del Made in Italy all’estero e dall’attrazione degli investimenti, che sono asset fondamentali per la tenuta economica dell’Italia; basti pensare che il 32% del PIL nazionale deriva dalle esportazioni e il 20% dagli investimenti esteri”.
Lo ha ricordato il vicepresidente della Copagri Giovanni Bernardini (nella foto), in occasione dell’odierna riunione della Cabina di regia per l’internazionalizzazione, presieduta dai ministri delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso e degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Antonio Tajani.
“In tale ottica, l’impegno del Governo in questi ambiti rappresenta un positivo segnale di attenzione e fiducia nei confronti dei mercati, oltre che una condizione fondamentale per andare a recuperare il gap della bilancia commerciale agricola italiana; sebbene, infatti, l’interscambio commerciale dell’agroalimentare sia in negativo ‘solo’ di 1,6 miliardi di euro, grazie ai 60,7 miliardi di euro di esportazioni del nostro Paese, ben diversa è la situazione rapportata esclusivamente al comparto primario, dove a fronte di 8,4 miliardi di euro di esportazioni, l’Italia importa oltre 21 miliardi di euro di prodotti agricoli”, ha osservato il vicepresidente.
“Continuare a lavorare, come del resto si sta già facendo da tempo, per colmare quanto possibile questo gap è una conditio sine qua non per invertire l’attuale trend che va a incidere sensibilmente sulla redditività del Primario, che dipende in larga parte dai consumi interni e dall’export, e ovviamente sul reddito dei produttori agricoli, i quali sempre più frequentemente si trovano costretti a dover competere con materie prime realizzate a costi molto più contenuti di quelli italiani”, ha aggiunto Bernardini.
“È necessario, quindi, uno sforzo congiunto di tutti gli enti interessati per rafforzare la promozione del settore agricolo italiano e delle sue numerose eccellenze in tutte le sedi, puntando sull’invidiabile capillarità delle nostre sedi diplomatiche e valorizzando il più possibile la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco; basti pensare, ad esempio, a iniziative informative e promozionali che vadano a coniugare questi due aspetti, con il duplice beneficio di supportare la candidatura e, al contempo, promuovere le caratteristiche dei prodotti agricoli italiani, andando così anche a recuperare parte dei 50 miliardi di euro dell’italian sounding”, ha concluso il vicepresidente della Copagri.