IV GAMMA, MAZZINI (COOP): “MANCANO AGGREGAZIONI STRATEGICHE”

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Trend e strategie del colosso cooperativo della GDO da un lato, stato dell’arte, criticità e possibili risposte alla crisi di settore dall’altro: Fresh Cut News ha intervistato Claudio Mazzini (nella foto), responsabile freschissimi di COOP Italia che ha risposto in modo chiaro e diretto, offrendo numerosi spunti d’interesse.

Qual è stato il trend della IV-V Gamma nei punti vendita COOP nei primi 7 mesi dell’anno rispetto allo scorso anno?
“I volumi sono rimasti sostanzialmente stabili, poco sopra lo zero, con una crescita nei valori tra i 3 e 4 punti percentuali a causa dell’inflazione, articolati diversamente nei segmenti: performance migliori nella verdura che nella frutta, anche se qui tireremo le somme alla fine della stagione estiva”.

– Quanto vale la MDD per la IV e V Gamma di COOP?
Supera abbondantemente il 50%, con incidenze in alcuni specifici segmenti attorno all’80%, come nel caso delle insalate; nel complesso è una copertura importante, articolata in quote diverse nei vari segmenti, di cui siamo soddisfatti. Monitoriamo costantemente la situazione  per capire come e dove presidiare con quote maggiori, o in nicchie diverse, in relazione alle specificità dei singoli mercati.


– Quali le strategie per il fresh-cut? 
“Con il rinnovamento apportato quest’anno credo che la strategia sia abbastanza evidente: presidiare trasversalmente i bisogni del consumatore con un assortimento articolato che garantisca qualità, sicurezza e convenienza, puntando sull’innovazione, strizzando l’occhio a una fascia di consumatori gourmand, restando agganciati alle esigenze delle diverse tipologie di consumatori. In una parola, agendo da marca quale siamo. La numerica dei prodotti sarà figlia della lettura del mercato e dei consumi, con il vincolo – purtroppo insuperabile degli spazi frigo che, diversamente da altri reparti, sono blindati: puoi ridurre lo spazio delle mele, delle uve o delle arance per far posto a un nuovo frutto, ma non è altrettanto semplice recuperare una sezione di frigo, spesso nemmeno lo spazio per una vasca.

– Il ruolo della frutta di IV Gamma è destinato a consolidarsi? La prima gamma evoluta può crescere?
“La frutta di IV gamma potrebbe offrire delle opportunità; è fondamentale intercettare velocemente il variare degli stili di vita per coglierle. La prima gamma evoluta si è già ricavata un discreto spazio sui banchi: si tratta di una nicchia da presidiare per garantire anche questo livello di servizio, particolarmente gradito da single e da nuclei familiari ridotti”.

– Al convegno organizzato da Fresh Cut News alla fiera Novel Farm lo scorso febbraio evidenziasti vari problemi per IV-V Gamma: mancanza di strategia, eccesso di offerta, sindrome low cost, scarsa qualificazione e comunicazione, poca vera innovazione… E’ cambiato o sta cambiando qualcosa? Come vedi il settore in prospettiva?
“Parto con una citazione: Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. E il mondo non cambia in sei mesi, soprattutto se il modello che ha portato il settore in crisi è ancora il medesimo, se chi guida porta ricette che restano le stesse, peraltro già risultate inefficaci. Nonostante in questo sei mesi qualcosa sia già accaduto, con la chiusura di un paio di stabilimenti di aziende, mi pare che i primi vagiti di aggregazione siano più orientati a cercare di spuntare condizioni commerciali di breve periodo che a ipotizzare percorsi strategici. Anche nei tavoli interprofessionali sento più ‘cahiers de doléances’ che proposte. Eppure gli strumenti ci sono. Cito per tutti: le associazioni di organizzazioni dei produttori (AOP), che la UE agevola e finanzia per aiutare gli agricoltori a ridurre i costi e a collaborare alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti, proprio per ridurre l’asimmetria tra chi produce e chi acquista. Ma fare questo significa mettere da parte campanili e personalismi. Dal mio osservatorio vedo purtroppo che si arriva alle AOP solo quando si è vicini all’estinzione o esiste il rischio reale di una internazionalizzazione forzata o peggio subita. Mi auguro non sia così: le capacità ci sono, la volontà spero”.

Mirko Aldinucci
mirko.aldinucci@freshcutnews.it

(fonte: Freshcutnews.it)

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