IV GAMMA, MICROBIOLOGO GARDINI: “SIAMO AVANTI MA MAI ABBASSARE LA GUARDIA”

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‘Fidarsi dell’insalata già lavata’ è una barriera fondamentale da superare per poter innescare l’atto di acquisto del consumatore. Se si è assistito ad una crescita così rilevante degli acquisti negli ultimi anni, vuol dire che il consumatore si fida e premia il prodotto di IV Gamma. Tuttavia in tema di sicurezza alimentare, a Fresh Cut News parla uno specialista microbiologo di fama come il professor Fausto Gardini (nella foto), ordinario del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. Ecco l’intervista che ci ha rilasciato.

Professore, come si muove il sistema per limitare al massimo il rischio microbiologico?
“Il sistema europeo è solido e valido. Oltre al monitoraggio continuo, a routine obbligatorie e all’imposizione di standard minimi di sicurezza, prevede strumenti alternativi che, a mio papere, potranno essere una buona risorsa nel futuro. Mi riferisco ai lavaggi con oli essenziali antimicrobici e alla nuova frontiera delle colture bio-protettive, ovvero l’introduzione volontaria sulla materia prima di batteri non patogeni, a basso impatto organolettico, antagonisti di quelli più pericolosi per la salute dell’uomo e che accelerano il processo degenerativo del prodotto. La ricerca è già a buon punto e il sistema di riferimento efficiente; ciò non toglie che possa, e debba, essere implementato e migliorato”.

Non ci sono casi specifici riguardanti la IV Gamma a livello internazionale e tantomeno a livello italiano, dove l’attenzione alla sicurezza alimentare è davvero alta da parte delle aziende. Tuttavia non possiamo negare che, parlando in generale di prodotti freschi, allarmi e allarmismi si sono ripetuti in questi ultimi anni.
“Negli ultimi quattro/cinque anni le tossinfezioni legate a matrici vegetali sono divenute piuttosto frequenti. Tra i casi più famosi, ricordo la tossinfezione da Listeria negli Stati Uniti che nel 2011 causò una quarantina di decessi; l’epidemia di Escherichia Coli O104 in Germania nel 2012 provocata dai germogli di fieno greco importato dall’Egitto (anche in quel caso purtroppo ci furono vittime) e l’epidemia di Epatite A, tre anni or sono, legata al consumo di frutti di bosco surgelati provenienti dall’Est Europa che, secondo il rapporto EFSA, sarebbe quantificabile in 1.400 casi di cui circa due terzi registrati nel nostro Paese.  Venendo a noi, ovvero alle insalate di IV Gamma, è evidente che si tratta di prodotti che devono essere monitorati. Esiste, soprattutto in Europa, un ottimo sistema di rilevamento normato dal Regolamento CE n.2073 del 2005 e modifiche successive che regola la sicurezza degli alimenti nella Comunità; tuttavia occorre evitare una sottostima di certi problemi, poiché, dove si abbassa la guardia, essi si potrebbero presentare. I prodotti di IV Gamma necessitano di un certo livello di accortezza in termini di gestione della catena del freddo, e di altre attenzioni. Esse sono determinanti per prodotti come ad esempio il melone, che ha un Ph superiore al 6.5, di per sé fattore decisivo nell’incrementare il pericolo di proliferazione batterica, inoltre crescendo sulla terra ed essendo la parte esterna difficilmente lavabile può essere soggetto a contaminazione da Salmonella. Ne sanno qualcosa negli Stati Uniti dove nel 2011 un contagio da Listeria si propagò dai magazzini di un’azienda produttrice lungo l’intera filiera fino al consumatore finale, che tagliando il frutto trasferì il batterio dalla buccia all’interno”.

Se il consumatore tagliava il frutto significa che non si trattava di IV Gamma. Inoltre l’Europa non è come gli USA e l’Italia non è come l’Europa. L’orgoglio delle aziende italiane di IV Gamma non è solo quello di avere successo ma anche quello di essere leader nella sicurezza alimentare. (c.b.)

(fonte: Freshcutnews.it)

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