Una crisi senza precedenti ha colpito le pere italiane. Manca all’appello il 70% del raccolto che arriva al -80% nel caso delle varietà Abate.
Cimice asiatica, maculatura bruna del pero e le gelate primaverili che da due anni hanno flagellato la frutticoltura, sono i nemici giurati della pera italiana. Il danno economico su questa filiera, fra diretto sulla produzione e indotto si attesta fra i 700 e gli 800 milioni di euro, oltre al grave impatto in termini di giornate lavorative perse per i lavoratori stagionali.
Lo ricorda in un articolo firmato da Cristina Arme anche l’agenzia AdnKronos.
Una vera e propria débâcle per i coltivatori dell’Emilia Romagna – dove si concentra la produzione – che sono allo stremo e lanciano un appello alle istituzioni a fare presto ad intervenire dopo la dichiarazione dello stato di calamità naturale per le gelate.

“I tempi della politica sono troppo lunghi e invece sono determinanti per il salvataggio di questa filiera” afferma Davide Vernocchi, presidente Apo Conerpo e coordinatore settore ortofrutticolo Alleanza Cooperative Agroalimentari, che rappresenta oltre 900 cooperative per un fatturato che sfiora i 9 miliardi di euro. Tra l’altro, gli agricoltori non sanno ancora l’entità degli interventi. “A questo si somma il fatto che ad oggi la ricerca non è riuscita a dare una soluzione contro avversità come la cimice asiatica e la maculatura bruna” lamenta Vernocchi spiegando che la cimice asiatica rappresenta ancora oggi “un grande flagello che ci portiamo da dieci anni e nonostante l’antagonista naturale, la vespa samurai, sia stata ‘lanciata’ sui frutteti già da due anni, non si è raggiunto ancora un equilibrio necessario a garantire livelli di coltivazione accettabili”. Per non parlare della maculatura bruna, un fungo infestante che è sempre più virulento a causa delle elevate temperature estive.
Prezzi alle stelle sui Mercati. Vola l’import
“Nel 2019 l’invasione di cimice asiatica aveva causato centinaia di milioni di euro di danni alla produzione e all’indotto: pensavamo e speravamo fosse un annus horribilis ma così non è stato” aggiunge Vernocchi. “Intanto, stiamo assistendo a importanti estirpazioni di frutteti, è una filiera fortemente a rischio”. Nel pieno della stagione delle pere dunque, che arriva fino alla prossima primavera, si sta verificando “un’importazione consistente di pere dalla Spagna, dal Portogallo, in particolare della pera Rocha e dai Paesi Bassi della pera Conference, in primavera arriveranno anche le pere dal Cile e dal Sudafrica” sia per la mancanza di prodotto e, di conseguenza, anche per i prezzi delle pere italiane arrivati alle stelle sui mercati all’ingrosso (con aumenti dal 72% al 28% secondo le varietà). E dire che la pera made in Italy da sola copre il 30% della produzione europea ed è il quarto prodotto ortofrutticolo più esportato all’estero in assoluto per il sistema Italia.
(fonte: AdnKronos)