NOBERASCO PUNTA L’ESTERO CON ASSORTIMENTI DEDICATI

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Forte di una nuova governance, Noberasco guarda con ottimismo al futuro. “Non cerchiamo più crescite esponenziali, che non esistono – ha spiegato Claudio Lepore (nella foto), Direttore Generale Commerciale di Noberasco, incontrato a Cibus – ma abbiamo perseguito una politica di razionalizzazione degli assortimenti e dei prezzi. Abbiamo eliminato oltre 160 referenze e il fatturato è stato guidato in maniera razionale. I volumi sono saliti del 6%, un dato indice di una crescita solida. Con la nuova governance abbiamo un piano di crescita ben strutturato per i prossimi 4 anni e abbiamo un ottimo potenziale di sviluppo anche all’estero”.

Estero in evoluzione con assortimenti dedicati, Giappone nuovo mercato

Infatti, se l’Italia rappresenta l’88% del mercato dell’azienda, Noberasco è presente in oltre 30 Paesi. Ha spiegato Lepore: “Abbiamo individuato delle aree strategiche: l’Europa, il Far East, i Paesi Arabi. All’interno di esse i nostri Paesi core sono Germania, Francia e Belgio. Da quest’anno stiamo entrando in Giappone: per fine anno sarà sugli scaffali la nostra nuova linea dei ricoperti. Dopo il Covid e dopo la crisi delle materie prime il nostro approccio all’estero è cambiato. Non ci interessa più “mettere una bandierina” ma arrivare con un’offerta mirata. Sui nuovi mercati, come il Giappone, abbiamo fatto un lavoro di individuazione dei consumi, proponendo un assortimento dedicato”.
Pur essendo Noberasco un’azienda molto legata ai mercati internazionali, per la vendita dei prodotti trasformati, ma ancora di più per l’acquisto delle materie prime, Lepore non sembra temere le tensioni logistiche. “Certo – ha spiegato – con la crisi del canale di Suez si sono allungati un po’ i tempi di consegna ed i costi sono in leggero aumento, ma non per tutte le materie prime. Nel complesso, però, si tratta di una situazione ampiamente sopportabile”.

Sul mercato interno crescono le private label

Più critica è l’analisi del mercato interno. “Il nostro è un comparto ampio – ha commentato Lepore – composto da 13 segmenti. Anche i consumatori sono molto sfaccettati. E’ vero che il mercato cresce, ma solo nell’ambito delle private label, che tolgono gli scaffali ai brand. Non a caso tutti i brand stanno rivedendo in questo momento le proprie strategie. Per il 60% il mercato è costituito commodity, che non hanno subito alcuna particolare trasformazione, dove la marca del distributore è più presente. Il restante 40% è rappresentato da prodotti più evoluti, ed qui che possiamo vantare una qualità riconosciuta universalmente, grazie alla selezione delle materie prime e un processo produttivo all’avanguardia”.
In questa fascia di mercato, Noberasco articola la propria offerta in modo da coprire tutti i segmenti di consumo e permettere al consumatore di avere a disposizione in ogni momento della giornata un prodotto pronto a base frutta.

La frutta disidratata è il core business

“Il nostro core business – ha raccontato Lepore – è la frutta disidratata, che è circa il 25% del mercato, ma che per noi rappresenta la vera differenziazione, grazie alla tecnologia che ci permette di trasformare, attraverso un processo di idratazione con il vapore, un frutto essiccato in un prodotto morbido, che permette di assaporarne per tutto l’anno la freschezza e la dolcezza, come appena colto”.
Il secondo asset dell’azienda è la frutta secca, collocata in una fascia premium, a un prezzo sostenibile al consumo. Poi c’è l’area snacking, che comprende le bustine da 30 a 50 grammi e le barrette. “Noi siamo l’unica azienda – ha rimarcato lepore – che copre tutti i segmenti, con una leadership nei trasformati, un segmento in cui non è presente la private label”.
Dal 2001, Noberasco opera anche nel biologico, che rappresenta il 15% del fatturato. “Anche questo segmento – ha affermato – è stato penalizzato dall’ingresso della private label. Noi abbiamo forse la gamma più estesa di prodotti bio nel nostro comparto, che distribuiamo anche all’estero, in Spagna, Germania e Belgio. Ora stiamo puntando ai Paesi nordici”.

Elena Consonni

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