NOBERASCO SPINGE SU 5 NUOVE REFERENZE E PREPARA UN NUOVO COBRANDING

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Noberasco lancia a Cibus, cinque nuove referenze della linea ‘100% Italia‘ e intanto, cavalcando il trend di consumo che sta avvicinando diversi player del settore snacking tradizionale a quelli degli snack di ortofrutta fresca, si prepara ad una nuova partnership di cobranding con un player del settore lattiero-caseario italiano.
Ne parliamo con Mattia Noberasco (nella foto), amministratore delegato nonché rappresentante della quarta generazione alla guida dell’azienda di Albenga, in un’intervista rilasciata presso il loro stand a Cibus.
Quali novità presentate in fiera?
“Lanciamo cinque nuove referenze della linea ‘100% Italia’ che abbiamo fatto debuttare l’anno scorso con la prima confezione dedicata alle arachidi italiane. In realtà, quello di ‘100% Italia’, è un progetto che trova le sue origini ancora più indietro nel tempo, circa tre anni fa, quando abbiamo sviluppato un protocollo insieme a RINA, ente certificatore italiano, che abbiamo chiamato ‘Metodo Noberasco’ e che è basato sulla sostenibilità sia ambientale che sociale dei prodotti e su standard ai quali, le aziende che aderiscono, si devono adeguare avverso la garanzia di una giusta remunerazione. La particolarità della prima referenza, quella delle arachidi, deriva dal fatto che riporta questa coltura in Italia dopo settant’anni di assenza dai campi e dal fatto che ha alle spalle una ricerca sul seme condotta insieme a SIS, Società italiana sementi, della varietà siciliana Tripolino, praticamente abbandonata. Visto il successo di mercato abbiamo già messo a dimora altri 200 ettari coinvolgendo circa 40 agricoltori dell’Emilia-Romagna, soprattutto nel ferrarese e stiamo studiando, insieme a Coldiretti, un nuovo marchio che possa differenziare al meglio queste arachidi dalle altre presenti sul mercato, grazie alla forte caratterizzazione territoriale e, in generale, made in Italy”.
E riguardo alle nuove cinque referenze della linea?
“Le presentiamo in anteprima a Cibus e sono relative alle mandorle siciliane, ai fichi calabresi, alle mele piemontesi Ambrosia che acquistiamo da Rivoira che ne è licenziatario esclusivo, le nocciole del piemonte e, un’anticipazione, le noci in guscio marchigiane che arriveranno ad ottobre”
Prevedete un’espansione ulteriore delle superfici produttive per sostenere lo sviluppo di questa linea?
“Si, pensiamo di piantare complessivamente altri 50 ettari circa. Intanto, questo primo anno ci servirà da test, sulla base dei risultati, valuteremo come sviluppare il progetto. Vorrei precisare che questa linea è tutta certificata block chain ed il consumatore, attraverso un QR Code posto sulla confezione può risalire al lotto di produzione e a tutti gli step fino allo scaffale”.
Il gran caldo di quest’anno vi ha creato problemi sulle produzioni estive, come ad esempio i fichi calabresi della nuova linea?
“In generale, a causa del caldo abbiamo registrato una perdita dei volumi tra il 30 e il 40%. Poi dipende dalle zone. Ce ne sono alcune, come la Calabria in cui non è piovuto per diversi mesi e questo ha pregiudicato i calibri e di conseguenza i volumi”.
Con i produttori delle varie Regioni avete stipulato dei contratti di filiera?
“Diciamo che questo progetto trova la sua radice nel quadro di Filiera Italia di Coldiretti. In questo quadro, Coldiretti ci ha aiutato a raggiungere i vari territori e per ogni filiera abbiamo fatto un contratto specifico. Del resto tutto questo processo è nella logica dello sviluppo di Filiera Italia. Su questo tavolo, insieme a Coldiretti, abbiamo iniziato a ragionare su quali avrebbero potuto essere le filiere già pronte. Non è semplice lavorare su nuovi frutteti, si tratta di colture a lungo termine. Tutto dipenderà dai risultati che otterremo. Dovremo essere bravi a spiegare ai retailer il posizionamento di questa linea che è decisamente premium”.
Le nuove tendenze dello snacking di quest’anno, portano ad abbinamenti insoliti (a volte anche ad accordi co-branding), tra prodotti tradizionali di snack, come ad esempio le Chips del gruppo Amica vendute insieme a succhi di frutta. Pensa che possa essere una strada per avvicinare il concetto tradizionale di snacking ad un nuovo modo di consumare frutta e verdura, magari con il vantaggio della tendenza ai cibi salutari emersa con il Covid?
“In realtà, noi abbiamo già fatto, in passato, dei co-branding con tradizionali marchi italiani come, ad esempio, quello con ParmaReggio con cui abbiamo realizzato una linea di snack che si chiama ‘L’ABC della merenda’ che abbina il formaggio ai nostri prodotti. Pensiamo di proseguire su questa strada”.
In che modo?
“Stiamo sviluppando un nuovo progetto di co-branding con un’azienda del settore lattiero caseario italiano che potrebbe vedere la luce entro i primi mesi dell’anno prossimo. Ma ancora non posso dire nulla”.
Come si sta sviluppando il vostro rapporto con la PL?
“La marca del distributore rappresenta il 30% del nostro fatturato. Per questo pensiamo di partecipare al PLMA di Amsterdam. Il nostro mercato è quello europeo ed i volumi, diciamoci la verità, si fanno nella Gdo”.
L’altra faccia della medaglia di questo canale, però, è che rappresenta un collo di bottiglia da cui passano, volenti o nolenti, anche molti prodotti di importazione trattati come commodity.
Per questo puntiamo a differenziarci spingendo sul valore del made in Italy”.
Mariangela Latella

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