NODO PAC, DE CASTRO: “PREPARARE L’EUROPA E L’ITALIA AL GREEN DEAL”

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Non arriverà prima della primavera-estate l’accordo sulla PAC tra Consiglio Europeo, Parlamento e Commissione. Dopo le approvazioni di Parlamento e Consiglio alla bozza di proposta della Commissione così come varata a luglio scorso, adesso si è in piena attività di negoziazione interistituzionale (Triloghi) al punto che, dato lo slittamento ormai inevitabile della prossima PAC, mercoledì prossimo sarà votata in Parlamento la proroga di altri due anni, dell’attuale Politica Agricola Comune (2014-2020), che proprio per questo sarà denominata normativa di ‘transizione ecologica’.

“L’obiettivo – ha spiegato l’europarlamentare Paolo De Castro (nella foto di apertura) intervenuto questa mattina alla conferenza pubblica di Agrocepi dal titolo “L’Agroalimentare italiano tra nuove sfide e nuove opportunità” – è quello di preparare il sistema agricolo europeo ed italiano, agli obiettivi del New Green Deal attraverso un sorta di step di accompagnamento. Anche per questo, per la fase transitoria, sono stati stanziati a livello europeo 10 miliardi di euro di liquidità straordinaria di cui 1,2 toccheranno all’Italia che con il cofinanziamento diventeranno 2,4 miliardi di euro. Cifre importanti che saranno spese dalle regioni attraverso i PSR e con la massima flessibilità possibile da parte di tutti gli Stati membri. Serviranno per arrivare, tempo debito, con un sistema agricolo pronto agli obiettivi della nuova PAC”.

Il 55% delle risorse saranno destinate agli investimenti da parte delle aziende agricole che intendano ridurre le proprie emissioni, ad esempio, migliorare la sicurezza sul lavoro o introdurre l’uso di tecnologie che consentano di risparmiare l’impiego di prodotti chimici e migliorare l’efficienza.

“La novità di quest’anno – ha spiegato De Castro – è che abbiamo previsto anche l’innalzamento dell’aiuto per giovani. Adesso il premio di primo insediamento arriva fino a 100mila euro per un imprenditore sotto i 40 anni, contro il 70mila euro di prima grazie al programma UE ‘Next generation’. Sono tutte risorse che possono aiutare le aziende messe a dura prova dal Covid, ad irrobustirsi anche perché lo scacchiere del mercato, in questo preciso momento, non è appesantito solo dall’effetto pandemico. C’è anche il lockdown totale appena annunciato dalla Germania che per il nostro agrifood è sempre stato un importante mercato di sbocco. Poi c’è anche l’incognita Brexit che, sia se si chiuderà con un accordo che senza accordo, complicherà comunque il nostro export verso il Regno Unito. Esportiamo verso l’Inhilterra circa 3,7 miliardi di euro di prodotti agroalimentari e, se anche si raggiungesse un accordo, saranno inevitabili delle ripercussioni economiche, in ogni caso. La nota positiva, in questo scenario di mercato ma anche geopolitico, nasce dal cambio di vertice alla presidenza degli USA. Il neoeletto Biden è molto più orientato di Trump a sostenere commercialmente l’alleato europeo”.

Intanto, gli ambiziosi obiettivi del Green Deal non hanno ancora trovato una proposta giuridicamente cogente dela Commissione che si possa mettere sul tavolo del Parlamento UE. Al momento, rimangono solo nelle trattative ma, presto, saranno oggetto di una sequela di atti legislativi che la Commissione sottoporrà al Parlamento e al Consiglio e che dovranno essere incorporati ed integrati nella PAC.

“Sono obiettivi sia pur ambiziosi ma vanno tenuti in conto – chiosa e Castro -. Bisogna essere consapevoli che ci vorrà del tempo per individuare alternative concrete alla chimica come, ad esempio, principi attivi meno pericolosi oppure combattere per via genetica con le New Breeding Technologies. Sono cose necessarie dato che le malattie non si combattono per decreto”.

Mariangela Latella

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