PRATICHE SLEALI, MINISTRO SPAGNOLO PLANAS: “LA LEGGE DA NOI FUNZIONA MA SERVE APPLICARLA DI PIÙ CON MAGGIORI CONTROLLI”

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Dice il ministro spagnolo dell’Agricoltura, Luis Planas: “La legge sulla catena alimentare funziona e la sua applicazione deve essere rafforzata”. La legge sulla filiera alimentare, approvata in Spagna nel dicembre 2021, in applicazione della Direttiva  (UE) 2019/633 sulle pratiche sleali, “ha segnato un cambiamento nei rapporti commerciali e ha risposto a una richiesta storica del settore agricolo: il divieto di vendita in perdita”, dice una nota del ministero spagnolo.

Planas invita le organizzazioni agricole e tutti quanti partecipano alla filiera a segnalare all’AICA (l’organismo di controllo, in Italia è l’ ICQRF) o alla loro comunità autonoma “qualsiasi irregolarità riscontrata nell’applicazione della legge, poiché ogni denuncia genera l’apertura di un’indagine”. Aggiunge Planas: la legge funziona “ed è riuscita ad  aumentare i prezzi alla fonte al produttore”. Comunque ne va “rafforzata  l’applicazione” attraverso un maggiore sforzo nelle ispezioni.

Planas ha spiegato che il funzionamento della legge risulta evidente quando si analizza ciò che è accaduto ai prezzi all’origine ricevuti dagli agricoltori e dagli allevatori. “La sua evoluzione è stata positiva”, ha assicurato oggi nel corso della XVII sessione ordinaria della sessione plenaria dell’Osservatorio sulla filiera alimentare, in cui tutti gli attori (produttori, pescatori, industria, distribuzione, consumatori, amministrazione generale dello Stato e comunità) sono coinvolti. Ha affermato che, in termini generali, i dati economici a disposizione del Ministero indicano che da gennaio 2022 a dicembre 2023 i prezzi all’origine sono aumentati in modo molto significativo, anche scontando l’inflazione derivata dall’aumento dei costi, che ha avuto il suo momento più alto nell’ottobre 2022, sei mesi dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Nonostante ciò, ha chiarito, questa valutazione in termini macroeconomici “deve essere accompagnata da un’altra lettura microeconomica, che mostra che esistono situazioni commerciali molto diverse in cui si sono verificate occasionalmente maggiori difficoltà nell’applicazione della legge”. Per migliorare il funzionamento di questo quadro giuridico, il ministro  ha confermato che sono già in corso lavori per aumentare i controlli relativi alla sua conformità, con una maggiore analisi delle relazioni commerciali delle aziende con i loro fornitori.

L’Agenzia di informazione e controllo alimentare (AICA), dipendente dal ministero, è quella che coordina l’ispezione e i reclami ricevuti sia da questa organizzazione che dalle autorità di controllo delle comunità autonome incaricate di controllare il rispetto della legge. Il ministro ha invitato i rappresentanti dell’anello più debole della catena, le organizzazioni agricole, a formalizzare le denunce dei loro associati alle autorità competenti, “mentre allo stesso tempo ha chiesto ai funzionari regionali di approfondire il loro lavoro di controllo e trattazione delle denunce , che garantiscono sempre la riservatezza per non arrecare danno a chi l’ha archiviata”. Ha inoltre esortato questi ultimi a inviare quegli studi sui costi che ritengono possano interessare e che desiderano condividere affinché possano essere pubblicati in una sezione specifica che sarà creata sul sito del ministero.

L’Osservatorio della catena alimentare ha riunito i rappresentanti dei diversi anelli coinvolti nella catena alimentare, il governo spagnolo, le comunità autonome, i centri sindacali e il Consiglio dei Consumatori e degli Utenti. Oltre a vari ministeri: Agricoltura, Pesca e Alimentazione; Ministero dell’Industria e del Turismo; Ministero dell’Economia e  del Commercio; Ministero dei Diritti Sociali, del Consumo e dell’Agenda 2030 e Istituto Nazionale di Statistica (INE). Oltre a tutte le associazioni professionali agricole, della distribuzione e degli esportatori di ortofrutta (Fepex), e dei grossisti dei Mercati.   Erano presenti a questo incontro anche le comunità autonome dell’Andalusia, Aragona, Asturie, Isole Baleari, Isole Canarie, Castilla-La Mancha, Castilla y León, Comunità Valenciana, Estremadura, La Rioja, Madrid, Murcia e Navarra. Questo Osservatorio – informa il ministero – viene convocato almeno due volte all’anno, ha carattere consultivo e non ha alcuna struttura ispettiva o sanzionatoria, poiché è un forum concepito per fornire soluzioni e cercare miglioramenti nel funzionamento della catena alimentare. In questa sessione ordinaria, la prima che si terrà nel 2024, sono stati presentati due studi che analizzano l’evoluzione dei prezzi e dei consumi di alimenti e bevande, nonché la nuova versione dello strumento Farm Cost and Income Studies agrario (Ecrea 2.0). , ideato dal Sottosegretariato all’Agricoltura, alla Pesca e all’Alimentazione del Ministero.

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Segnalo volentieri questa nota del ministero spagnolo perché fa capire chiaramente perché il business agroalimentare in Spagna – in particolare nell’ortofrutta – funziona meglio che in Italia : c’è più lavoro di squadra tra il centro e periferia, tra Governo e Regioni-Comunità autonome, più ascolto da parte del ministeri verso le associazioni di categoria delle imprese, c’è più volontà di affrontare e risolvere i problemi concreti anziché di fare proclami. Magari Planas è troppo ottimista nell’annunciare che la legge sulla catena alimentare funziona, e lo dimostrano le manifestazioni di protesta  che si sono svolte anche in Spagna. Però è più facile che da loro funzioni meglio che da noi, dove infatti non funziona. (L. Frass.)

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