Come da ordine del giorno, sono state presentate le situazioni produttive dei singoli Paesi al tavolo e le previsioni delle diverse varietà, con e senza semi. “Sono poi stati posti all’attenzione dell’assemblea diverse problematiche – ha continuato Cherubini -, in particolare si è parlato di questioni fitosanitarie, della necessità di apertura di nuovi mercati e dell’imminente Brexit”.
Preoccupazioni concrete che tutti i partecipanti si sono impegnati ad affrontare redigendo due documenti comuni: il primo sull’eventuale mutuo riconoscimento dei prodotti fitosanitari utilizzati nei nei Paesi dell’Area Sud nonché i prodotti in deroga alle leggi europee per specifiche situazioni di emergenza; il secondo relativo alla possibilità di introdurre una sorta di simmetria negoziale nelle aperture di nuovi mercati, le cui trattative sono attualmente in capo a Bruxelles per i prodotti in entrata e a carico dei singoli stati membri per quelli in uscita.
A rappresentare l’Italia nel gruppo di contatto dell’uva da tavola ci sono Donato Fanelli (coordinatore del comitato uva da tavola dell’Oi Ortofrutta Italia), Giacomo Suglia e Alfio Messina (Fruitimprese), Vincenzo Patruno e Luigi Rizzo (Alleanza cooperativa italiane), Sergio Curci (Cia), Michela Laporta e Salvatore Novello (Unione nazionale Italia Ortofrutta), Teresa Diomede (Op Apoc) e Roberto Cherubini (Mipaaf).
Il prossimo incontro è previsto tra circa un anno in Puglia, nel frattempo il Gruppo manterrà le relazioni al suo interno attraverso riunioni informali organizzate periodicamente. Tra gli argomenti da porre al centro dei prossimi incontri, l’Italia ha ricordato la necessità di esaminare i costi della filiera, e dunque della sua competitività, oltre a temi legati alla sostenibilità ambientale ed economica. È stata infine ricordata la necessità di interfacciarsi con la distribuzione e di sviluppare campagne di valorizzazione del prodotto, anche attraverso missioni istituzionali congiunte per favorire un maggior consumo a livello globale.
Chiara Brandi
Madrid