IL VIVAIO NEL CUORE: SILVIA SALVI PROTAGONISTA DEL CORRIERE NUMERO 4

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Tradizione e innovazione, la frutta come passione di famiglia: è Silvia Salvi, amministratore di Salvi Vivai, la Protagonista dell’ultimo numero del Corriere Ortofrutticolo. Nell’approfondimento firmato dal direttore Lorenzo Frassoldati, il vivaio viene definito come “incubatore di nuove varietà di prodotti nel segno della sostenibilità, della qualità certificata e della rispondenza alle esigenze del mercato e delle imprese agricole”.

Una attività di ricerca e selezione varietale all’avanguardia sul fronte dell’innovazione, interfaccia ‘intelligente’ che mette in sintonia le esigenze della produzione con quelle del consumo. Salvi Vivai oggi è leader nelle piante di fragole, oltre 135 milioni, ma anche nelle piante da frutto (pero e melo, quasi 2 milioni), poi il ciliegio (400.000) il kiwi (200.000), i portinnesti di melo e pero (quasi 3 milioni).

L’export verso l’Europa continentale e dell’Est è dell’80%, che sale all’85% per le piantine di fragole. L’estero è presidiato da due società: Giotto Polonia (piante fresche di fragola per i mercati del Mediterraneo) e Salvi France, vendita di piante di fragole, ciliegio e kiwi, con celle frigorifere gestite in remoto dalla sede centrale ferrarese.

Una realtà partita nel 1966, quando Luigi Salvi, il fondatore della ‘casa della frutta’, dopo aver trasferito la famiglia da Bergamo a Ferrara, decide di selezionare e produrre direttamente le piante da frutto e fragole in vivaio. Silvia, agronoma, dopo varie estati trascorse a fianco del padre nei frutteti di famiglia, diventa responsabile della società agricola Salvi Vivai con terreni nel Basso Ferrarese e nel Veronese.

Silvia e Giuseppe Salvi

Nel 1983 la società fonda il CIV-Consorzio Italiano Vivaisti di San Giuseppe di Comacchio, assieme ad altre due realtà vivaistiche ferraresi, per mettere in comune l’attività di ricerca e di miglioramento genetico sulla fragola e sul melo.

Col tempo Salvi Vivai assume anche la gestione di terreni agricoli per la produzione di colture estensive (cereali, soia) e orticole da industria (piselli, fagioli, fagiolini, pomodoro) per un totale di 1.400 ettari, perché “i vivai hanno bisogno di rotazioni lunghe ed è necessario, per produrre al meglio, intercalare colture estensive per far riposare i terreni a vivaio ”. Infine Silvia segue le tenute frutticole di famiglia (circa 850 ettari) tra Ferrara (pero e melo), Latina (kiwi), Eboli (kiwi, nettarine, fragole), Rutigliano (uva da tavola).

Le fragole, innanzitutto. In quantità, il primo business. “E’ un prodotto di affezione, con cui siamo nati – spiega Silvia Salvi al Corriere Ortofrutticolo – partendo dal lavoro di ricerca di avanguardia fatto dal CIV per offrire ai produttori sempre nuove varietà adatte ai vari ambienti, dal nord al sud Europa. Tante tipologie: piantine frigo, a cima radicata, piante fresche e, ultima novità Tray e mini-Tray , prodotti di altissima qualità programmati per la coltivazione fuori suolo in tunnel o dentro le serre. Richiestissime in Francia e Inghilterra”.

Poi il kiwi, che sta crescendo tantissimo. “Stiamo investendo tanto su questo prodotto, adesso anche con un nuovo magazzino di lavorazione a Lagosanto e una nuova serra di oltre 1 ettaro. La licenza ottenuta come vivaio da Zespri per la varietà di kiwi giallo Zespri G3 è una grande opportunità per un ulteriore sviluppo. Tra verde e giallo pensiamo di raddoppiare in poco tempo le 200.000 piante di kiwi prodotte oggi”.

Un prodotto cui Silvia tiene tantissimo è il ciliegio. Il progetto importante, messo a punto con l’Università di Bologna, si chiama ‘Ciliegio senza scala’. “Su questo frutto dice Silvia – ci siamo impegnati dal 2005 in poi. La coltivazione del ceraseto era tecnologicamente ferma, impianti classici, a bassa densità, con alti costi di manodopera per la raccolta. Serviva una scossa, migliorare e razionalizzare tutta la gestione del ceraseto. Ecco il nostro ciliegio senza scala, piante prodotte in vivaio col portinnesto nanizzante Gisela che tiene la pianta compatta e bassa, impianti ad alta densità, anche 5-6.000 piante per ettaro, tutte le operazioni colturali possibili da terra. Ha avuto grande successo nei nuovi impianti di ceraseti sia in pianura che in zone collinari e montane; ogni anno nel campo sperimentale di Runco (Ferrara) facciamo con successo un Open day coi produttori italiani e stranieri”.

E c’è un sogno nel cassetto, che sta diventando realtà: sul Corriere Ortofrutticolo numero 4  l’articolo integrale.

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