Era un po’ di tempo che i prezzi di frutta e verdura non finivano nel mirino dei mezzi d’informazione (complice il fatto che le quotazioni al consumo, nel 2011, sono state mediamente più basse di quelle dell’anno precedente) ma niente paura: insieme alle gelate e alle temperature artiche di questi giorni sono arrivate, puntuali, le polemiche sui (presunti) rincari di finocchi, arance e zucchine.
Con una ridondanza e un accanimento degni dei "casi" Scazzi e Schettino, con un tono allarmistico che sembra lasciar trasparire che se le tasche degli italiani sono vuote è per colpa della manciata di centesimi in più di Tarocco e carciofo laziale, ecco allora telegiornali e quotidiani debordare con filmati e immagini di banchi e reparti ortofrutta, senza però documentare dove, come (e magari perché) si sono visti questi aumenti, limitandosi a ripetere come un mantra la parola "speculazione".
In una nota divulgata oggi i consumatori deunciano che "tra sciopero dei camionisti, gelate e speculazioni, i prezzi di frutta e verdura sono saliti, dal 23 gennaio a ieri, mediamente del 15% (fonte?). Ma al di là dei prezzi medi, ci sono rialzi che in alcuni negozi toccano il 200%, in particolare per le zucchine e l’insalata (dove? In 1, 100 o 1.000 frutta e verdura della Penisola?)".
Ecco allora che Casper (niente a che vedere con il fantasma del noto film di animazione, ma forse un nome appropriato al "peso specifico" delle associazioni di consumatori…), Comitato contro le speculazioni e per il risparmio composto da Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori lancia lo "sciopero della verdura" e, nella nota, chiede alle massaie di non acquistare frutta e verdura se i prezzi varcano la soglia fatidica (?) dei 3 euro al chilo, un tetto che – scrivono -salvo alcune rarissime eccezioni, come ad esempio, l’aglio, dimostra che è necessario e doveroso rinviare l’acquisto a tempi migliori o perché é in corso una speculazione o perché si tratta di prodotti decisamente fuori stagione".
"Ovviamente anche se i prezzi sono sotto i 3 euro – si affretta a spiegare Casper – non vuol dire certo che siano giusti o convenienti. E’ opportuno, quindi, che i consumatori visitino il sito www.smsconsumatori.it, in modo da poter verificare la congruità del prezzo rispetto a quello medio praticato al nord, sud e centro Italia". Le quattro associazioni chiedono, inoltre, le dimissioni di Mr Prezzi, una figura definita "priva di poteri e di ruolo, incapace di bloccare qualunque speculazioni in corso, dalla benzina alla verdura".
In bocca al lupo, Casper! (M.Ald.)