FRESHFEL: PER L’EUROPA STRATEGICA LA RIPRESA DEI NEGOZIATI CON IL MERCOSUR

Negli ultimi due anni l’embargo imposto dalla Russia ha inferto un duro colpo al comparto ortofrutticolo europeo. E nonostante le misure straordinarie adottate dalla Commissione Europea, diversificare i mercati di destinazione del vecchio continente resta una sfida complicata e complessa. Tra il 2014 e il 2015 l’export Ue di ortofrutta verso Paesi terzi è diminuito dell’8% a volume e di circa il 14% a valore. È questo il monito di Freshfel, che in un comunicato pubblicato nei giorni scorsi indica “lo sfruttamento di nuovi mercati al centro degli interessi del settore”.

In tal senso viene esortata l’Europa a promuovere e migliorare i rapporti con il blocco commerciale del Mercosur, di cui fanno parte Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Tra il 2005 e il 2015, l’export ortofrutticolo europeo verso questi paesi è passato da 36.000 tonnellate, per un valore di 21 milioni di euro, a 330.000, corrispondenti a 185 milioni di euro. Il più importante partner è il Brasile, che assorbe circa il 98% dei prodotti spediti (mele, pere, drupacee, cipolle e scalogno in primis). Ricordando che le due aree “sono complementari in termini di stagionalità” e che rapporti stabili potrebbero garantire “una fornitura continua durante l’anno a beneficio di tutti i consumatori”, si sostiene l’importanza dell’abolizione delle barriere commerciali. Tra queste si annoverano le barriere doganali, in particolare quelle rappresentate dai dazi aggiuntivi imposti dai paesi sudamericani, tanto quanto le barriere fitosanitarie. In Brasile, per esempio, nonostante il dazio in entrata sia relativamente basso (10%), viene imposta un’ulteriore tassazione come il contributo per i programmi di integrazione sociale e la tassa sulla circolazione di beni e servizi che portano il peso delle tariffe totali al 19%. Inoltre, sostiene Freshfel, “per questi Paesi è opportuno rivedere le tariffe europee in entrata, attualmente non livellate con altri dell’Emisfero Sud che già godono di un accordo di libero scambio (Cile, Perù, Sud Africa)”.

Sul fronte fitosanitario, infine, l’Ue garantisce un sistema aperto che permette le importazioni ai membri del Mercosur, a condizione che siano conformi alla direttiva sulla salute delle piante 2000/29. Al contrario, gli esportatori europei devono sottostare ai singoli accordi bilaterali sottoscritti per ciascun prodotto con i diversi Stati sudamericani. “L’armonizzazione dei quattro sistemi di autorizzazione in uno solo comune, deve essere la priorità più importante da affrontare”, sottolinea Freshfel.

Chiara Brandi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE

L'iscrizione è quasi completata... Ora dobbiamo solo verificare il tuo indirizzo email, e per farlo ti abbiamo mandato un messaggio con un link di conferma.