SPRECO ALIMENTARE, A STRISCIA “LE BANANE DELLA VERGOGNA”

“Spreco alimentare, le banane della vergogna”: questo il titolo del servizio girato in larga parte al Centro Agroalimentare di Roma andato in onda nel corso della puntata di venerdì 4 marzo di “Striscia la notizia”.

E proprio il Car, in una nota inviata domenica, precisa che, al contrario di quanto riportato dal TG satirico di Canale 5, “esiste oggi, per le aziende del Centro, un insieme di procedure per il trattamento del materiale fresco non venduto: tra queste, anche la possibilità di consegnarlo a Onlus e Associazioni che lo immettono nei circuiti solidali: nel solo 2021, ne sono state consegnate ben 6.500 tonnellate di prodotto, pari a oltre 44milioni di porzioni di frutta e verdura fresche”.

Recentemente, come correttamente riportato dal servizio, sottolinea ancora il Car anche la marca presa in considerazione dal servizio (Dole) ha deciso di aderire a tale possibilità mettendo a disposizione dei meno fortunati i prodotti invenduti che altrimenti andrebbero persi.

Il servizio di Jimmy Ghione aveva mostrato svariati cartoni di banane marchiate Dole e Cobana gettate nei cassonetti del Car nonostante le condizioni apparentemente impeccabili. L’inviato di “Striscia” ha chiesto spiegazioni a Giusto Curti, direttore generale di Dole Italia; questi ha dichiarato come nonostante l’aspetto accattivante, alcune banane possano essere pericolose per il consumo umano assicurando poi che le eccedenze verranno destinate ad associazioni caritatevoli o, se non idonee al consumo umano, ad allevamenti di animali.

Jimmy Ghione di Striscia La Notizia con Giusto Curti, DG di Dole

Nell’ultimo anno le Acli di Roma sono riuscite a recuperare con l’iniziativa “Il cibo che serve” 267mila kg di cibo collaborando anche con il Car. “Riusciamo a far arrivare a persone con difficoltà alimentare non solo un prodotto processato ma anche il prodotto fresco – la dichiarazione del direttore, Fabio Massino Pallottini –. La frutta infatti è uno dei primi prodotti che chi è in difficoltà non compra più”.

Il Car ha realizzato con le Acli un laboratorio per trasformare i prodotti che non possono essere messi immediatamente a disposizione del consumo, intitolandolo a Papa Francesco. Durante la pandemia la domanda di aiuto arrivata si è moltiplicata. “Vogliamo creare un hub dedicato per il polo sud est di Roma: svolgere, assieme alle associazioni, un lavoro di recupero e di reindirizzo a fini sociali”, la considerazione finale di Pallottini. (m.a.)

(fonte: Freshcutnews.it)

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