GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE NEL SETTORE IN EUROPA: “L’UE AFFRONTI IL PROBLEMA”

In attesa che riprendano i negoziati per la riforma della PAC, interrotti bruscamente qualche giorno fa, nel dibattito tra i player del settore ortofrutticolo europeo, stanno emergendo dei punti nevralgici per i quali si attende una vigorosa risposta dall’Unione Europea. Per lo meno altrettanto vigorosa quanto il timing imposto per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del New Green Deal.

Stiamo parlando della questione idrica, che la Francia sta segnalando da tempo su tutti i tavoli, sin da prima del Covid, e il sostegno della domanda di prodotti Bio posto che l’Europa impone la conversione del 25% delle superfici entro il 2030. Andrebbero in pratica più che triplicate stante l’attuale media dell’Unione.
Questi due nodi sono emersi nel corso dell’assemblea annuale di Freshfel tenutasi questa mattina in occasione dell’anniversario ventennale dell’associazione dei produttori ortofrutticoli europei.
“La sostenibilità è un tema molto importante. Tanto più che siamo in periodi di eventi climatici sempre più estremi oltre che di grande vulnerabilità alle pandemie che arrivano dai Paesi extra UE”, ha spiegato François Lafitte, co-coordinatore della divisione Produzione di Freshfel nonché presidente della società francese Primland, grande trader del kiwi francese che commercializza circa 15mila tonnellate prodotte dall’alleanza produttiva di cinque cooperative denominata ‘Alliance Kiwi France’.
“Tuttavia – ha detto -, non dobbiamo considerare di meno la questione dell’acqua intesa come risorsa idrica. Dall’Italia e dalla Spagna arrivano denunce per il problema crescente della siccità mentre, altri Paesi come Francia, Belgio e Germania hanno problemi di disponibilità dell’acqua al momento giusto anche se non di quantità. Dobbiamo cominciare a pensare a livello comunitario, su come creare delle riserve idriche nel periodo invernale che possano essere usate in quello estivo. Senza dovere ricorrere, come si sta facendo, alle risorse naturali. C’è bisogno che la Commissione Europea trovi una strada per questa questione fondamentale”. 

Claire Bury

Al momento però, il problema della progressiva mancanza di acqua non fa parte dell’agenda della Commissione, ha precisato Claire Bury, direttore generale della DG Salute della Commissione Europea, che coordina la riforma della PAC e lavora congiuntamente con la DG Agri e la DG Ambiente: “Sebbene non ci sia una strategia comunitaria, la questione si sta iniziando a gestire attraverso interventi locali tramite la DG Ambiente”.

La questione del biologico: “segnali di saturazione del mercato”

Mentre i rappresentanti della Commissione Europea presenti all’assemblea di Freshfel, convenivano sulla possibilità, data come altamente probabile, di arrivare ad un accordo sulla PAC tra Parlamento e Stati Membri, entro la fine del mese (l’incontro cruciale sarà la seduta del prossimo 16 giugno) e dare via così ai Triloghi che rappresentano la fase finale del processo decisionale europeo, Volkert Engelsman, co-coordinatore del comitato Freshfel dedicato alla strategia UE Farm to fork segnala il problema del basso consumo di prodotto Bio, rispetto al volume di organic food che ci aspetterà sugli scaffali dopo il 2030 e che già da adesso, sta mandando segnali di saturazione del mercato.

Michael Scannell

“Occorre sostenere la domanda di prodotto biologico – ha spiegato Michael Scannell, direttore generale della DG Agri della Commissione UE -. Lo faremo attraverso la promozione e implementando il dialogo con i retailer. Ma non dimentichiamo che la sostenibilità in genere, è anche un tema sensibile presso i consumatori Post-Covid. È vero che la conversione in Bio comporta dei costi ma la remuneratività agricola aumenterà man mano che si creeranno delle economie di scala. Di questo passo i minori costi sostenuti dai produttori convenzionali si tradurranno in oneri non solo economici, molto più pesanti, che saranno scaricati sulle spalle delle generazioni future”.

Tra le novità segnalate da quest’assemblea annuale, c’è il lavoro che Freshfel sta facendo con i produttori dell’emisfero sud per lo sviluppo di un certificato fitosanitario elettronico che alleggerirebbe moltissimo la burocrazia legata alla movimentazione delle merci sul mercato internazionale.

Beth Bechdol

“Il momento giusto per proporre un ottimo strumento per il mercato – ha detto Beth Bechdol, direttore generale della FAO – dal momento che questo è l’anno internazionale della frutta e della verdura. Un’occasione in più, fra quelle auspicate, per investire nella catena del valore. Un’azione che richiede la collaborazione di tutti gli stakeholder anche attraverso partnership internazionali. Serve un approccio innovativo per aumentare la shelf life dei prodotti e ridurre gli sprechi di modo da poter garantire cibo di qualità a prezzi abbordabili per tutti”.

Su questa falsariga, Scannell ha precisato che: “in fase di revisione degli standard di mercato, probabilmente il modello usato per l’ortofrutta potrebbe essere replicato su altri settori dell’agroalimentare”.
Mariangela Latella

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