AGRICOLA CAMPIDANESE DIFFERENZIA: OLTRE A GRANO E MAIS, PENSA ANCHE AD AVOCADO E MANGO

L’OP Agricola Campidanese punta a piantare entro la fine dell’anno circa 350 ettari di cereali tra mais e grano. Intanto sta studiando di introdurre nel proprio assortimento anche prodotti sub tropicali, in particolare avocado e mango, anche attraverso l’acquisizione di nuovi soci e terreni.
Ne parliamo con Salvatore Lotta, alla guida dell’OP e Marco Lotta, responsabile dei mercati esteri, in un’intervista esclusiva rilasciata per il Corriere Ortofrutticolo nel corso di Fruit Logistica.

Salvatore Lotta, a destra, assieme ai figli Marco (a sinistra) e Nicholas (al suo fianco)

– Novità dalla fiera e quale commento su quest’edizione?
“Quest’anno il ritmo della fiera è stato diverso rispetto agli altri anni ma tutto sommato possiamo darle un 6+”, afferma Salvatore Lotta.
– Quali risultati portate a casa?
“Si sono create soprattutto delle nuove occasioni di mercato – ha precisato Marco Lotta -, in Olanda, ad esempio, Belgio o Polonia. Eravamo già presenti su questi mercati ma abbiamo intercettato clienti nuovi”.
– Cosa ne pensa della chiamata all’unione delle forze, lanciata da tutte le organizzazioni nel giorno inaugurale di Fruit Logistica?
“Penso che i tempi siano maturi perché si realizzi concretamente questa opportunità – afferma Marco Lotta – e mi auguro che non si tratti solo di una mossa di facciata. Considero favorevolmente che ci sia una voce unitaria per il bene dell’agricoltura, un cammino unitario in cui ognuno fa la sua parte. Se si vuole tutelare know-how e le aziende serie che ci sono in Italia, si deve fare così. Altrimenti succede quello che è successo con tutte le altre produzioni, come il grano. Dopo trent’anni ci accorgiamo che non siamo autosufficienti e che, addirittura, ci manca il 70-75% del nostro fabbisogno e che rischiamo grosso a non avere determinate produzioni che abbiamo abbandonato per perdita di redditività”.
– Adesso la situazione è cambiata parecchio. Si parla di prezzi che arrivano a 400 euro a tonnellata.
“Anche di più. Oggi, agli agricoltori conviene fare il grano”.
– Voi state pensando a riconvertire in produzioni cerealicole?
“Assolutamente si. L’azienda di famiglia ha già piantato 50 ettari, sia a mais che a grano. Questo ci permetterà anche di fare rotazione colturale che sarà remunerativa oltre che sostenibile perché il grano fa bene al suolo. L’obiettivo è arrivare a 450-500 ettari di grano su un totale dell’OP di 1.200 già dall’anno prossimo. Già quest’anno si parte con la piantumazione di circa 350 ettari aggregati”.
– Con quali colture inizierete a fare rotazione?
Carciofo, melone, angurie. L’anno che fai il grano non fai il carciofo, ad esempio. Quando lo rifarai, l’anno dopo, sarà una coltura che renderà di più, ad esempio perché, in termini di rese, sarà stata coltivata su un suolo migliore”.
– A proposito di carciofo sardo. I nuovi sbocchi di mercato estero sono in grado di invertire la tendenza di abbandono della coltura del carciofo sardo che soffre per l’aumento dei costi che lo stanno facendo diventare una coltura economicamente insostenibile?
“Non credo – dice Marco Lotta -. Il carciofo è un prodotto generazionale. Se la generazione di mio padre era abituata ad averlo nella sua dieta, oggi i giovani preferiscono i cibi pronti come, ad esempio, una poke con l’avocado e salmone”.
– Per caso state pensando di piantare anche avocado o qualche altra coltura subtropicale?
“Si, ci stiamo pensando in maniera seria – specifica Salvatore Lotta. Stiamo pensando di acquisire anche nuovi terreni. Volevamo fare una prova con l’avocado su almeno una decina di ettari nel Campidano che si presta climaticamente. Mentre per il mango dobbiamo scendere più a sud, verso Cagliari, perché questo frutto ha bisogno di altre temperature. Stiamo pensando di investire in questo areale anche trovando nuovi soci”.
– Avete progetti nel settore del bio?
“Stiamo pensando più che altro ad un’agricoltura a residuo zero. Già l’anno scorso abbiamo prodotto i primi meloni e le prime angurie senza residui. Abbiamo un disciplinare interno che è stato certificato. Avevamo intenzione di lanciarlo quest’anno poi con la situazione difficile di mercato tra il Covid, la guerra e l’esplosione dei costi, abbiamo deciso di rinviare”.
Mariangela Latella

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