Il mercato del bio continua a registrare tassi di crescita significativi anche in Italia, muovendosi in netta controtendenza rispetto al resto del settore alimentare. Da una parte il food nel suo complesso sconta una crisi dei consumi con pochi precedenti (-3,7% la flessione in termini di spesa nel primo semestre del 2013 secondo il Panel famiglie Ismea GFK-Eurisko).
Stai guardando: Biologico
Continua a ritmi sostenuti la crescita di Almaverde Bio, il leader italiano del biologico: il volume d’affari dei prodotti a marchio ha registrato nel primo semestre dell’anno un valore alla produzione di 19,6 milioni di euro pari ad un valore alla vendita di oltre 32 milioni, con un +10% rispetto allo stesso periodo del 2012.
Alnatura, la principale catena tedesca specializzata nella vendita di prodotti biologici, ha registrato una crescita del fatturato del 13% nei primi sei mesi dell’anno corrente e continua ad espandersi. In questo periodo sono stati creati 150 nuovi posti di lavoro ed il numero dei dipendenti è salito a quasi 2.000.
Con una serie di comunicazioni inoltrate agli Organismi di Certificazione unicamente per posta elettronica tra il 4 e l’11 luglio, il Mipaaf ha diramato una notizia acquisita per vie informali da parte di membri dell’Import Group comunitario e dall’OdC tedesco BCS Oko Garantie relativa a gravi irregolarità riscontrate presso alcune unità produttive di banane della Repubblica Dominicana.
Oggi sono ben 26.736 gli operatori romeni coinvolti nell’agricoltura biologica (di cui 103 nel settore della lavorazione, 211 nel commercio e ben 26.390 sono produttori agricoli) e le superfici coltivate con prodotti bio sono arrivate a 450.000 ettari. Il Governo romeno, alla fine di giugno ha aumentato il sostegno finanziario per le piccole fattorie (0,3-5 ettari) da 450 a 540 euro per fattoria.
Stando ad una nuova indagine, la maggior parte degli europei sarebbe pronta a modificare le proprie abitudini di consumo acquistando prodotti più ‘verdi’, ma molti sono convinti di non essere sufficientemente informati e non si fidano delle argomentazioni ambientali dei produttori.
“La crescita del biologico è ormai una delle certezze dell’economia italiana, non solo del settore agroalimentare”. Quest il commento di Fabrizio Piva (nella foto), amministratore delegato di CCPB sui dati anticipati da Sinab sul bio italiano (leggi news correlata), che saranno poi presentati al Sana di Bologna che si terrà dal 7 al 10 settembre prossimi.
Nonostante la crisi e i segni negativi che purtroppo sempre più spesso si devono registrare, il mondo del biologico regge bene all’urto della congiuntura economica segnando numeri positivi, con un aumento degli operatori (+3%), delle superfici coltivate (+6,4%), dei consumi (+8,8%). Dai dati diffusi dal Mipaaf e dagli organismi di controllo gli operatori bio certificati sono 49.709.
Secondo un’analisi dell’agenzia GfK, le famiglie tedesche hanno acquistato nel 2012 l’1% di meno di verdure fresche, ma hanno speso il 4% in più per questa tipologia di prodotti rispetto allo scorso anno. La quota dei prodotti biologici nel settore degli ortaggi è ammontata nel 2012 al 5,9% con un incremento di 0,3 punti percentuali in confronto con il 2011.
E’ stata una bella riflessione sul biologico la ricorrenza dei 25 anni di CCPB-Consorzio il Biologico celebrata venerdì scors a Bologna, alla presenza di un numeroso pubblico e di esperti che hanno dato vita a un dibattito aperto e stimolante. Dopo l’apertura di Lino Nori, presidente del Consorzio, sono intervenuti Andrea Segrè, il creatore del Last Minute Market.
Biologico è meglio. Frutta e verdura "organici" e prodotti di animali allevati in modo naturale, contengono un maggior numero di vitamine, antiossidanti, e sostanze salutari. A contraddire decine di ricerche, che hanno fatto tanto discutere negli ultimi anni, le conclusioni di una revisione bibliografica del Cra (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, ex Inran).
Il biologico è in forte espansione in Germania, ma i produttori tedeschi non sono in grado di soddisfare la crescente domanda. Gran parte del cibo bio è quindi importato. Questo è il risultato di uno studio dell’Università di Bonn, che è stato commissionato dal partito dei Verdi (Grünenpartei). Le vendite di alimenti biologici sono triplicate nel periodo dal 2006 al 2012.
Cresce a ritmi sostenuti il peso del mercato biologico in Svizzera. Secondo i dati di Bio Suisse nel 2012 il numero di aziende agricole convertitesi al bio è quasi raddoppiato rispetto al 2011. L’anno scorso sono entrati sul mercato biologico svizzero 245 nuovi produttori. Ad oggi sono 5.731 le aziende agricole che operano secondo le specifiche norme dettate dalla Federazione.
L’assemblea di UPBIO, Unione nazionale produttori biologici e biodinamici, ha eletto il nuovo presidente. Michele Monetta (nella foto), dal 2008 presidente del Conprobio (Consorzio produttori biologici lucani), si accinge a sostituire Ignazio Cirronis alla guida dell’Unione dei produttori nata da Federbio e aderente alla stessa federazione.
Realizzare una nuova linea di prodotti biologici che spazi dalle zuppe ai minestroni, dagli omogeneizzati al latte vegetale: con questo obiettivo quattro importanti realtà dell’agroalimentare emiliano-romagnolo hanno siglato l’innovativo contratto di rete “Mondo Bio”. L’accordo coinvolge come detto quattro importanti realtà emiliano-romagnole del settore.
"Ciò che il biologico sostiene, da sempre, non è solo che la chimica fa male, ma che il metodo biologico fa bene a chi lo pratica e ai consumatori, perché la buona agronomia difende le risorse naturali e garantisce prodotti buoni e sani. Che la chimica faccia male è sapere comune di chi ha voglia di studiare e leggere la bibliografia scientifica".
"Ma siamo sicuri che il bio faccia poi così bene? A chiederselo è nientemeno che il Washington, che nella sezione "salute" del giornale, ha pubblicato un articolo legato alle ultime ricerche nella scienza dell’alimentazione. La notizia è stata ripresa da La Repubblica che riporta il punto di vista di Tiffany Hays del Johns Hopkins Children’s Center.
Un "rincaro abnorme", fino al +1.700%, nei prezzi dei prodotti biologici. A denunciarlo è il Codacons, che ha presentato un esposto alle Procure di Torino e Roma allegando una tabella comparando i prezzi all’origine ed al dettaglio. L’aumento più elevato, secondo i riscontri dell’associazione di consumatori, riguarda i finocchi che da 23 centesimi al chilo iniziali arrivano a 4,18 euro.
Mentre i consumi di prodotti biologici sono gli unici ad aumentare in un carrello della pesa sempre più in calo, in Emilia Romagna hanno ripreso a crescere anche i produttori biologici che nel 2008 avevano fatto registrare il minimo degli ultimi dieci anni. Nel primo semestre 2012, a fronte di un calo del 3% dei consumi alimentari, gli acquisti di prodotti biologici sono aumentati del 6,1%.
Gli italiani non rinunciano al biologico ma, complice la crisi, ora lo vanno a comprare nei discount. Così, se anche nel 2012 non frena l’ascesa incredibile del segmento “bio” (+7,3 per cento), a dispetto del calo dei consumi alimentari convenzionali (-3 per cento), cambia radicalmente la modalità d’acquisto, che si orienta sul “low-cost”.
I pomodori coltivati con metodi biologici pare siano più stressati di quelli coltivati con i metodi tradizionali, ossia da agricoltura intensiva e con l’utilizzo di pesticidi. Ma lo stress, in questo caso pare sia benefico: infatti il pomodoro bio risulta contenere più sostanze utili e benefiche come la vitamina C, il noto antiossidante Licopene e composti fenolici totali.
Il biologico ha un futuro sostenibile. Con questa conferma CCPB e Consorzio Il Biologico hanno chiuso l’edizione 2013 di BioFach–Vivaness, la grande fiera mondiale sul bio. Due sono i segnali positivi, uno italiano e uno estero. Proprio alla fiera di Norimberga, Ismea ha annunciato un 7,3% di crescita per i consumi bio italiani (leggi news).
Confermate le positive previsioni della vigilia per l’Arancia di Ribera DOP Biologica di ritorno da Biofach di Norimberga. Durante la fiera, la più importante del settore, sono stati incrementati i contatti e le relazioni con gli operatori esteri del bio. Particolarmente apprezzate da parte dei visitatori le spremute di arancia offerte dal Consorzio nel proprio stand.
Paolo Carnemolla (nella foto), presidente di Federbio, ha stretto a Norimberga, nella terza giornata di Biofach, un accordo con una società austriaca che gestisce una piattaforma informatica, da anni sperimentata con successo in Austria, in grado di garantire la tracciabilità dei prodotti e della filiera bio dei Paesi da cui l’Italia importa materia prima e prodotti finiti biologici.
Grande successo a Norimberga per l’Arancia Rossa di Sicilia IGP presente al BioFach, con stand e una delegazione guidata dal presidente Alessandro Scuderi (nella foto). Molte le conferme che testimoniano come il mercato estero, interessato al biologico, ha apprezzato l’unione tra IGP, emblema della qualità territoriale siciliana, e biologico, emblema di salute e benessere.
Allargare lo spazio del biologico nel mercato italiano. Questo, è stato ribadito al Biofach di Norimberga (clicca qui per vedere la video-intervista), è il significato dell’intesa tra Ki Group e Almaverde per l’apertura di negozi a insegna Almaverde Bio. Paolo Pari (nella foto), direttore generale di Almaverde Bio, ha parlato di "opportunità" per i negozi specializzati.
La crisi dei consumi non contagia i prodotti biologici. A testimoniarlo è l’ultima rilevazione del Panel famiglie Ismea/GFK-Eurisko che indica, nel 2012, una crescita della spesa bio del 7,3%, dopo il più 9% messo a segno nel 2011. I dati sono riferiti agli acquisti di prodotti biologici confezionati nei punti vendita della gdo.
L’Italia è il primo Paese europeo per esportazioni di prodotti biologici e uno dei maggiori mercati di sbocco comunitari è la Germania, dove l’alimentazione ‘organic’ e’ un’abitudine radicata, con un fatturato medio che arriva a 6 miliardi di euro l’anno, vale a dire quasi un terzo del valore complessivo del comparto in Ue (20 miliardi).
Dal 13 al 16 febbraio 2013 è il momento di BioFach – Vivaness, la grande fiera mondiale sul biologico di Norimberga. Per CCPB e Consorzio Il Biologico è l’appuntamento più importante dall’anno: per l’occasione ci sarà uno stand collettivo di 800 metri quadri, con 27 aziende associate divise tra le aree food e cosmesi e all’interno un ristorante di prodotti biologici italiani.
Ki Group SpA, società controllata da Bioera, ha siglato un accordo con OrganicAllianceSpA, società di partecipazione costituta dalle 11 imprese licenziatarie del marchio AlmaverdeBio. Le parti, con decorrenza immediata, danno avvio ad un progetto finalizzato allo sviluppo su tutto il territorio nazionale di una rete di negozi biologici aventi insegna “AlmaverdeBio”.
Chiusura d’anno confortante per Ecor-NaturaSì, una delle principali aziende italiane nella distribuzione di prodotti biologici. L’impresa veronese ha chiuso il 2012 con un aumento a valore delle vendite del 6,5% sul 2011 pari a circa 205 milioni di euro. Risultato che va in linea con la crescita dei consumi bio, che nel primo semestre 2012 hanno segnato un +6,1%.
Un patto con l’agricoltura biologica articolato in 10 punti. E’ questa la proposta che AIAB rivolge ai candidati di ogni coalizione politica della prossima tornata elettorale con il Decalogo per la XVII Legislatura. Un elenco di impegni concreti per il sistema agroalimentare italiano, per l’ambiente in cui prende vita e per gli operatori che ne garantiscono sostanza.
Non si arresta la crescita di Almaverde Bio, il primo marchio del biologico in Italia. Al 31 ottobre scorso il fatturato dei prodotti a marchio realizzato dalle aziende socie e licenziatarie si attesta a 28,2 milioni di euro. Un dato che conferma un trend positivo in crescita del +9% rispetto al pari periodo del 2011, evidenziando una controtendenza rispetto al comparto agroalimentare.
Anche il CCPB ha partecipato a ‘Filiera della patata biologica’, una giornata di incontro con gli operatori commerciali organizzata dall’Associazione Marsicana Produttori Patata (AMPP) a Aielli Stazione in provincia de L’Aquila. Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB, ha presentato i numeri dell’agricoltura biologica in Italia e nel mondo.
”Il compleanno di Ifoam è il compleanno di tutto il movimento biologico”. Con queste parole l’Aiab, l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, intende festeggiare i 40 anni dell’International Federation of Organic Agriculture Movements che rappresenta i movimenti per la promozione dell’agricoltura biologica a livello mondiale.
Piccola, parcellizzata e diversificata: in Trentino la produzione del biologico non supera il 10%. Ed è spesso l’ultima spiaggia alla quale le aziende agricole approdano per evitare la chiusura. "Ormai quasi tutte le imprese agricole – racconta Giustino Margoni, alias Giustino “il contadino” – hanno riconvertito in tutto o in parte le loro produzioni, votandosi al biologico".
Prende sempre più piede il biologico lungo lo Stivale. L’Italia è il primo Paesi in Europa per il numero di aziende biologiche (48.509). E’ quanto sostiene il rapporto ‘Green economy per uscire dalle due crisi‘, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con l’Enea e presentato in occasione degli Stati generali della green economy.
Il Sud d’Italia, e in particolare la Sicilia, per le produzioni biologiche; il Nord, con il Veneto in testa, per quelle che hanno ottenuto un riconoscimento comunitario Dop o Igp. Sono i primati territoriali per i prodotti agroalimentari di qualità evidenziati da un focus, pubblicato dall’Istat, che trae spunto dal 6° Censimento generale dell’agricoltura.
"Salviamo il CRAB, uno dei pochi punti di riferimento per la ricerca nell’agricoltura biologica". E’ questo l’appello di AIAB in merito all’imminente chiusura del CRAB, Centro di Riferimento per l’Agricoltura Biologica, che dal 2002 si occupa di promuovere e divulgare le pratiche dell’agricoltura biologica attraverso la realizzazione di attività sperimentali, didattiche e divulgative.
È stato siglato l’accordo tra AIAB e l’O.P. Agrinova Bio 2000 che porterà sulle tavole dei consumatori migliaia di tonnellate di agrumi bio, prodotti da 28 operatori siciliani aderenti all’Organizzazione di Produttori Agrinova, che potranno avvalersi anche dei marchi garanziaAIAB Italia e Qualità Lavoro.